La nuova pista ciclabile a Trapani, la città si divide tra favorevoli e contrari

Tante le critiche all'opera che sembra non entusiasmare molti cittadini. Ma c'è chi difende il percorso riservato a chi va in bicicletta.

Sta suscitando non poche polemiche a Trapani la realizzazione della pista ciclabile nel lungomare Dante Alighieri. Tante le critiche all’opera che sembra non entusiasmare molti cittadini. Ma c’è chi difende il nuovo percorso riservato a chi va in bicicletta.

Da una parte della barricata c’è un’autentica levata di scudi contro la nuova pista ciclabile, in fase di realizzazione nel lungomare Dante Alighieri. Dall’altra c’è chi invece plaude per l’avvio di un cantiere atteso da tempo. Ed il dibattito è particolarmente acceso. Un po’ tutti ne parlano e vogliono dire la loro tra favorevoli e contrari. Tra chi pedala e chiede più sicurezza e chi rimanda ai futuri scenari del traffico a causa del restringimento della carreggiata, chiamando in causa vari aspetti.

I lavori disposti dal Comune di Trapani stanno sollevando un vespaio di polemiche. Le critiche corrono sui social, con i tanti commenti di chi non condivide per niente la scelta di riservare un itinerario per chi va in bici, parlando senza troppi mezzi termini di “un’opera inutile“, che toglie spazio alla circolazione dei mezzi e che potrebbe avere ripercussioni sul traffico veicolare per il consequenziale restringimento della strada per ricavare i due metri e mezzo destinati alla ciclabile.

Tra gli argomenti portati avanti dal fronte dei contrari, oltre la riduzione della carreggiata, e quindi anche dello spazio per sorpassare, c’è anche il venir meno dei posteggi alla litoranea, il che in estate con le spiagge affollate potrebbe finire con l’ingolfare le strade limitrofe. Ma tra i commenti che si leggono su social ci sono anche quelli che rimandano alla funzionalità di un percorso che, a detta dei contrari, userebbero in pochi, quasi nessuno, considerato i numeri ancora piuttosto bassi di chi usa la bicicletta a Trapani. Ma c’è anche il fatto che un’infrastruttura del genere non dovrebbe limitarsi ai soli due chilometri di litoranea da piazza Vittorio Emanuele alla ciclabile di Erice ma andrebbe inserita in un progetto più organico l’intera città.

Altra questione sollevata, le condizioni in cui versa muretto e ringhiera che costeggia il litorale, sicuramente di sistemare. E tra i commenti, emergono anche le perplessità sul passaggio dei mezzi di soccorso e di pronto intervento oltre che le osservazioni che rimandando alle condizioni meteo legate alla pioggia e a quando soffia forte vento di Maestrale o Tramontana, con la sabbia che finisce sulla carreggiata. E quindi anche sulla futura pista ciclabile targata Trapani. Ma nel Nord Europa pedalano anche con la neve ed il gelo, hanno obiettato dal fronte dei favorevoli all’opera, dove hanno rimandato agli itinerari ciclo pedonali presenti in tutto il mondo. Altri hanno rimarcato come il clima trapanese permetta di usare la bici per 9 mesi su 12.

Ed oltre agli aspetti che riguardano la circolazione viaria dopo l’allestimento del cantiere, ci sono poi le critiche sulla reale necessità di realizzare una pista ciclabile piuttosto che dare priorità ad altre opere ritenute più importante, come la sistemazione delle strade, ma anche la scerbatura, i problemi d’acqua, la presenza di rifiuti che invadono il centro urbano. E tutto ciò che non va a Trapani. Insomma, il messaggio all’unisono si può sintetizzare così: “con tutte le cose che ci sono da fare che bisogno c’era di realizzare una pista ciclabile alla litoranea?

Dall’altro lato della barricata ci sono invece i favorevoli che parlano di un’opera fondamentale di cui invece c’era bisogno e che permetterà finalmente di unire la ciclabile ericina con il lato trapanese della litoranea, finora senza un percorso riservato per chi va in bici. Un’iniziativa che va verso la tutela del ciclista, dello sullo sviluppo della mobilità sostenibile e del rispetto dell’ambiente, tenendo conto della necessità di snellire il traffico e ridurre l’inquinamento.

Al coro di critiche e polemiche sui social hanno fatto da contraltare anche gli aspetti turistici, visto che la bicicletta è un mezzo sempre più apprezzato per visitare i luoghi. Tant’è che il ciclo turismo continua a prendere piede ovunque. Ed infrastrutture come le piste ciclabili, ma non solo, sono ormai ritenute strategiche, provando ad agganciare gli itinerari ai luoghi più belli del territorio. Ed a Trapani, città tutta in piano senza dislivelli, c’è davvero l’imbarazzo della scelta tra mare e saline. Ma anche la montagna di montagna si presta al turismo che va pedalando.

E tra le ipotesi in campo c’è anche quella di avere più itinerari ciclo pedonali, possibilmente provando a collegare il percorso del lungomare Dante Alighieri con la vecchia pista ciclabile della via del Sale, anche questa da completare per farla arrivare a Nubia. E tra le idee avanzata, anche quelle di una pista ciclabile che colleghi il centro storico con il Museo Pepoli, sempre con l’obiettivo di incentivare l’uso della bici. Il messaggio si può sintetizzare cosi: “La pista ciclabile è un atto dovuto in una città che voglia definirsi civilmente moderna, oltre che ecologica, innovativa, turistica“. E dal fronte del “sì” rilanciano con la richiesta di una progettualità di più largo respiro: non pochi chilometri ma più itinerari per potere andare in giro liberamente raggiungendo più posti.

Che fare dunque? Pista ciclabile sì, pista ciclabile no? E mentre a Trapani si dicute di appena due mila metri, per nemmeno tre di larghezza, di pista ciclabile, in tutta Europa ed in tanti paesi del mondo si va sempre più in bici e meno in auto. Si punta su mezzi di trasporto non inquinanti, trasporti pubblici e quindi su una mobilità non sostenibile, non immettendo nell’ambiente altra CO2. Di sicuro c’è che la transizione ecologica va anche in bici. E da qualcosa si dovrà pur iniziare. Ma a Trapani la domanda resta sempre la stessa: pista ciclabile sì o pista ciclabile no? Questo è il problema…

Mario Torrente