Non c’è l’arma del delitto, un fucile. Non si trova il cellulare della vittima. Si cercano ancora tracce ematiche e biologiche sulle automobili degli indagati. Non sono facili le indagini degli investigatori della compagnia dei carabinieri di Castelvetrano sull’omicidio di Vincenzo Adamo Favoroso, 33 anni, assassinato con un unico colpo di arma da fuoco al petto nella notte tra il 26 e il 27 novembre scorsi, in cortile Bertuglia, nella via Mazzini. Il corpo di Favoroso, però, fu ritrovato a qualche chilometro dal luogo del delitto, seminudo, nei pressi di un casolare di via Manganelli. Dell’omicidio è indiziato Gaspare Favara, 32 anni, fermato a 24 ore dal delitto, mentre il suocero, Alfonso Sorrentino, indagato qualche giorno dopo, il primo dicembre, è sospettato di avere aiutato il genero nel trasporto e nel tentato occultamento del cadavere. Per questa ragione lunedì scorso gli investigatori, con l’ausilio della squadra rilievi del Reparto Operativo del Provinciale di Trapani dell’Arma e alla presenza degli avvocati delle parti, hanno passato al setaccio le vetture sequestrate quella tragica notte: una Fiat Panda e una 500, dove erano già state trovate numerose tracce di sangue e sono stati prelevati adesso dei campioni di DNA e impronte digitali, ritenute utili a ricostruire gli eventi. Nel frattempo, sono ancora al vaglio degli inquirenti i filmati degli apparati di videosorveglianza pubblici e privati e i tabulati di traffico telefonico. Riguardo la scomparsa dell’arma del delitto e del cellulare del giovane Vincenzo Favoroso, i carabinieri non escludono che possono essere stati portati via dalla scena del delitto, il cortile Bertuglia, da altre persone. Favara è in carcere con l’accusa di omicidio colposo, sembra infatti che nel pronunciare delle parziali ammissioni, abbia sostenuto che il colpo di fucile sia partito per errore. Ma se si è trattato di una disgrazia, perché il tentativo di occultare il cadavere. All’omicidio avrebbe assistito almeno un testimone, ma quella notte, nel locale terrano di cortile bertuglia c’erano una dozzina di persone, per giocare a carte e bere birra.