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Mafia e politica, restano in carcere Papania e Perricone

La Cassazione ha respinto l'istanza dei loro avvocati

La Cassazione ha detto No e così l’ex senatore Antonino Papania e l’ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone restano in carcere.

I giudici ermellini hanno, infatti, respinto la richiesta avanzata dai loro avvocati, Vito Di Graziano, Saro Lauria, Giuseppe Beninati e Valerio Spigarelli, di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. I due sono rimasti coinvolti, assieme ad altre undici persone, nell’operazione antimafia della polizia denominata Eirene.

A metterli nei guai l’affannosa ricerca di voti, scomodando il nuovo boss di Alcamo, che, però, non portò a niente. Angelo Rocca, il candidato dell’ex senatore, infatti, non ottenne un risultato utile per far scattare il seggio nella lista “Popolari e Autonomisti” in provincia di Trapani, fermandosi a sole 3.361 preferenze.

Papania, impegnato nella caccia ai consensi, secondo quanto emerge dall’operazione si sarebbe rivolto alla famiglia mafiosa alcamese di cui, dopo gli arresti che decimarono i vertici, era diventato reggente Francesco Coppola, mettendo mani al portafogli e sborsando la somma di duemila euro. Soldi in cambio di voti.

L’ex senatore avrebbe agito con il sostegno dell’ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone che nell’operazione avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il fondatore del Movimento politico Via e il clan locale, riuscendo a strappare a Giosuè Di Gregorio, esponente della “famiglia” alcamese, la promessa di orientare i voti verso Angelo Rocca, con la benedizione del capomafia: “Dobbiamo votare a questo…questo è alla Regione…dobbiamo dare il voto a lui”. E a consegnare un primo acconto di 1500 euro a Di Gregorio sarebbe stato Perricone per conto di Papania: trenta banconote di cinquanta euro ciascuna.

“E’ un acconto – diceva Di Gregorio, ignorando di essere intercettato – poi in questi giorni mi porta un’altra cosa”. Ergo, la restante somma del denaro pattuito. E Di Gregorio avrebbe anche organizzato, in un ristorante di Trapani una cena elettorale alla presenza del candidato che, però, restò fuori dall’Ars. Papania e Perricone sono rinchiusi al Pagliarelli di Palermo.

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