Inneggiavano alla Jihad sui social, fermati due bengalesi

Avrebbe occupato abusivamente un alloggio popolare che era stato assegnato ad una donna e alla figlia minorenne. Un pregiudicato marsalese è stato arrestato dalla polizia nell'ambito di un'attività per contrastare il fenomeno degli immobili dello Iacp occupati da persone che non hanno alcun titolo. Attività che ha interessato il quartiere Amabilina, a Marsala.

Sui social avrebbero inneggiato alla Jihad e al martirio: due giovani sono stati fermati, a Palermo, dalla polizia per apologia di terrorismo. Si tratta di un cittadino italiano di origini bengalesi di 21 anni, residente a Palermo e di un cittadino bengalese di 18 anni, residente a Castelvetrano. Sarebbero gravemente indiziati del reato di apologia di delitti con finalità di terrorismo, commesso attraverso una pluralità di condotte riconducibili alla propaganda jihadista.

Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati avrebbero diffuso sistematicamente, sui propri canali social, contenuti inneggianti alla jihad, al martirio religioso e alla violenza contro i kuffar (termine arabo che indica i miscredenti). I materiali pubblicati comprendevano messaggi, immagini e video riconducibili alla propaganda dello Stato Islamico, con toni fortemente esaltativi e incitanti all’odio.

In particolare, uno dei due giovani avrebbe pubblicato frasi come: «La Sicilia tornerà ad essere l’Emirato islamico» e «La mia morte non è forse una sola volta nella mia vita? Perché non dovrebbe essere sigillata dal mio martirio?», esprimendo ripetutamente disprezzo per i kuffar, definiti come «da gettare all’inferno e da sottoporre a una severa punizione».