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Nubifragio Misiliscemi, i salicoltori chiedono i danni

E’ ancora nitido il ricordo del recente alluvione che pochi mesi fa ha colpito diverse aree del territorio trapanese, in particolare la frazione di Salinagrande del neo comune di Misiliscemi; altrettanto difficilmente si possono dimenticare le immagini delle persone soccorse per strada, nelle auto e persino sui tetti a causa dell’enorme quantità di fango riversatosi sulle strade a seguito dell’esondazione del Torrente Verderame, che ha impedito la circolazione e invaso le abitazioni. E tanti e troppi sono i danni. Anche i salicoltori si sono uniti alla denuncia presentata dagli abitanti della frazione di Nubia ed hanno notificato agli organi competenti alla Procura della Repubblica di Trapani una richiesta di risarcimento danni, con l’assistenza dell’Avv. Maria Giustiniano del foro di Trapani. Le Saline fanno parte della Riserva Naturale Orientata “Saline di Trapani e Paceco”, istituita nel 1995 ed affidata in gestione al WWF Italia. Una Riserva atipica, poichè le Saline di Trapani, che proprio per il loro valore ambientale sono sottoposte a diversi vincoli di tutela, sono proprietà private dove, ancora oggi, viene effettuata un’ “attività industriale”. Se le Saline continuano ad esistere ancora oggi è solo grazie alla passione e alla costanza dei proprietari e degli uomini che all’interno delle stesse vi lavorano. La zona, come tutta l’aerea di Salinagrande, non è rimasta incolume dal violento nubifragio del 13 ottobre scorso e, come tutta l’aerea interessata, ha subito danni nel corso dell’alluvione, le cui conseguenze hanno compromesso il lavoro e il futuro delle famiglie e la stessa incolumità degli abitanti di un’intera frazione. I salicoltori, per mezzo dell’avv. Maria Giustiniano, interpellano i vari Enti, nello svolgimento delle funzioni che gli competono e chiedono – si legge in una nota- azioni necessarie all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, dove è possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla prevenzione volta a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verificano danni conseguenti agli eventi, nonché a tutelare l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali e da altri grandi eventi che determinino situazioni di grave rischio. Si è appreso recentemente della riprogrammazione dei fondi FSC. Circa 15 milioni di euro, di cui 5 milioni ai privati, da destinare a titolo di indennizzo alle popolazioni colpite delle alluvioni. Quello che ci si auspica è una tempestiva erogazione dei fondi. Nel frattempo, i salicoltori con la denuncia-querela chiedono che vengano effettuati gli opportuni accertamenti e valutati gli eventuali profili di illiceità penale.

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