La montagna di Erice è sempre più gettonata dagli escursionisti e dai gruppi di trekking che percorrono i sentieri che permettono di risalire verso il borgo medievale.
C’è la bellezza dei paesaggi assieme al carico di natura, storia e archeologia. Ed ancora una ricca narrazione di miti e leggende. La montagna di Erice attira sempre più i camminatori che ne percorrono i sentieri a partire da quelli accatastati dal Cai, che in questi anni attraverso la sezione che mette assieme tutto l’Agroericino ha portato avanti diverse iniziative per salvaguardare, valorizzare e promuovere questi percorsi. Praticamente unici sotto tanti aspetti. La rete viaria, che per millenni ha collegato la valle alla vetta, mare compreso, abbraccia tutti i versanti, passando da quello di Trapani al lato che si affaccia sul golfo di Bonagia, Cofano e tutto l’Agroericino.
Dal Monte passa tra l’altro anche il Sentiero Italia del Cai che attraversa l’antico itinerario di Sant’Anna. E proprio da questo percorso la sezione di Erice del Club Alpino Italiano ha aperto il suo programma delle escursioni 2023 con una risalita da pizzo Argenteria al borgo medievale in una giornata dai colori e temperature quasi primaverili, anche se a gennaio inoltrato. Senza vento, con i riflessi del mare che hanno fatto quasi da specchio alla città vista dall’alto ed alle isole Egadi. Uno spettacolo della natura, incastonato dal verde della montagna e dal blu delle acque del Tirreno da uno lato e del Canale di Sicilia dall’altro.
Da questo itinerario, quello del sentiero di Sant’Anna, in alcuni tratti si può ancora vedere parte di basolato della pavimentazione originaria ed il cui tracciato potrebbe risalire alla prima guerra punica, quindi al periodo compreso tra il 249 ed il 241 a.C. quando Romani e Cartaginesi, per dieci anni circa, si combatterono nella montagna di Erice contendendosi il dominio sul Mediterraneo. A memoria di quel memorabile scontro tra le due superpotenze del tempo restano ancora alcune parti di un muraglione nei pressi delle Rocche del Calderaro.
Un cammino, dunque, anche nella storia, che passa da tanti punti come la Casa Forestale nei pressi di contrada Mischi per continuare verso il belvedere San Nicola, sempre con prospettive e panorami mozzafiato su Trapani, con il suo centro urbano bianco a forma di falce, il mosaico sulle acque delle saline e la piana di Trapani che allunga verso il territorio di Misiliscemi e Marsala. In un gioco di prospettive con i paesaggi che vanno cambiando continuamente e che una volta arrivati ad Erice prendono nuove forme, colori e contesti, prima addentrandosi nelle leccete che accompagnano gli escursionisti fino a porta Trapani, quindi nel centro storico ericino, con le sue caratteristiche case, chiese ed edifici dal fascino medievale. Per poi continuare del sentiero delle Mura Elimo-Puniche, che rappresenta davvero qualcosa di unico per chi ama camminare nella natura toccando però con mano la storia.
L’antichissima cinta muraria, uno dei monumenti più antichi e meglio conservati della Sicilia, rappresenta una sorta di “libro di pietra” con i massi megalitici ed i vari blocchi che riportano indietro nel tempo: quelli più antichi ad oltre due mila e cinquecento anni, quindi al periodo degli Elimi. E poi ai Cartaginesi, ai Romani, agli Arabi, ai Normanni ed agli Aragonesi. Le Mura di Erice, chiamate anche Ciclopiche, evocando molti miti e misteri, raccontano la storia dei popoli che sono passati dalla montagna che fu della dea Venere, ma anche tante leggende, come quella del Piede del Diavolo. O lo stesso “Monito delle Mura” legato alla lettura ed alla “interpretazione” delle lettere puniche. Il tutto nel magico contesto del bosco del Monte, con il suo avvolgente silenzio ed i tanti segreti nascosti nella vegetazione con vista grande bellezza sull’Agroericino.
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(immagini video di Fabio Marino e Baldo Giurlanda)