Di seguito il testo dell’intervento del vescovo Pietro Maria Fragnelli all’anteprima del volume “Continuate a parlarci di Lui” (Il Pozzo di Giacobbe editore) che si è tenuta ieri sera nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio a Trapani sede della Chiesa dei Misteri.
Il volume è una sorta di viaggio-intervista ai sacri gruppi della grande processione del venerdì santo e raccoglie brani e suggestioni dei sette anni a Trapani con il “popolo dei misteri” di cui il vescovo si sente parte: ottanta pagine a colori arricchito dalle foto di Nicolò Miceli, Lorenzo Gigante e dell’agenzia Kikplos di Piergiuseppe Salerno e Stanislao Savalli.
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Cari Amici, un autore non dovrebbe prendere la parola alla presentazione di un suo libro. Specie se il libro è un’antologia curata dalla maestria della curatrice, Lilli Genco, e dal competente staff dell’editore Il pozzo di Giacobbe. Tuttavia la genesi di questo contributo, pensato per i trapanesi e per coloro che ci amano e ci visitano, e il desiderio di ringraziare tutti mi spingono a prendere posto a questo tavolo.
Ingresso in città, ingresso in argomento
Sono Vescovo di Trapani dal 2013. Alla prima Pasqua, nel 2014, ho cominciato a conoscere le vibrazioni profonde della città in occasione della Processione dei Misteri e anche alcune frustrazioni di chi voleva migliorarla. Ho cercato di ascoltare il sentire del popolo, dagli anziani ai bambini, dai giovani presenti in Trapani a quelli che rientravano da lontano. Ho voluto prendere tempo per capire lo svolgimento e l’uso che se ne fa a tutti i livelli. Ho subito pensato di abbandonare il balcone del palazzo vescovile dal quale avrei dovuto, per antica costumanza, assistere allo sfilare dei ceti e ascoltare l’esecuzione di un pezzo forte della banda che il ceto aveva pagato, sperando di fare bella figura. Anzi un figurone.
Confesso che non è stato facile capire … i misteri della Processione dei Misteri. Per esempio: le modalità di organizzazione, la funzione dell’Unione Maestranze e del suo Consiglio, il ruolo dei vari ceti e dei capiconsoli, il significato che si dà alla parola mestieri e maestranze, le pressioni interne ed esterne a questo mondo, la partecipazione del Vescovo e della Chiesa locale, la collocazione all’interno della settimana santa, gli sprechi, la devozione, i protagonismi, la fine dei finanziamenti della gente e delle amministrazioni, la sicurezza e tanti altri aspetti. Una volta, su invito, ho partecipato a una riunione dell’assemblea dell’Unione Maestranze. Mi è rimasta dentro una sensazione difficile da definire: mi sembrava una unione che è disunione! Sentivo voci che dicevano che proprio l’Unione è stata ed è àncora di salvezza della processione; altri, invece, dicevano che l’Unione è la principale causa della mancata crescita della Processione e stimolo a cercare variazioni più o meno arbitrarie in merito. Alla diffusione dello scontento ha contribuito il notevole influsso dei social, vera e propria piazza in cui tutti sono liberi di processare tutti e tutto. Provavo sollievo quando pensavo al “processo del lunedì”, l’antica trasmissione televisiva sullo sport giocato di domenica: per ore e ore si poteva discutere di calcio anche senza mai aver tirato un calcio al pallone.
Il libro
Progressivamente ho cominciato a scoprire i passi di bellezza della Processione dei Misteri, che caratterizza nel mondo la nostra città posta a occidente, tra il mar Tirreno e il canale di Sicilia. Insieme alla comunità ecclesiale mi metto a ricercare l’anima profonda di questo evento e la sua direzione di marcia; decido di ripercorrere i sentieri della storia locale non fermandomi al primo che mi parla di “documenti storici”; riapro i Vangeli che furono alla base dei committenti e degli artisti che realizzarono i nostri gruppi sacri, mi metto in ascolto delle attese più vive del popolo cristiano e degli uomini e donne di buona volontà di oggi. Così sono nati i testi che ora sono stati raccolti in questa agile pubblicazione, arricchita di foto belle e struggenti.
Il volume, dedicato ai trapanesi e a quanti amano e visitano questa comunità, mette a nudo il mio animo di Pastore, in dialogo con i gruppi sacri e con coloro che se ne prendono cura. Il card. Gualtiero Bassetti, che mi ha onorato con la disponibilità a scrivere una sua introduzione, lo dice chiaramente: “Quest’antologia d’interventi del Vescovo rappresenta un tesoro prezioso, capace di nutrire la nostra spiritualità e rafforzare il cammino di discepoli di Gesù. La Processione dei Misteri si snoda dal pomeriggio del Venerdì Santo, per quasi ventiquattro ore, e raccoglie i fedeli attorno alle antiche e bellissime statue dei gruppi sacri – curati dai ceti dei mestieri – che aiutano a vivere e rendere presenti oggi gli eventi della Passione, fonte inesauribile di luce, di carità e di speranza”. Parole e foto hanno una duplice funzione. Anzitutto obbligano a tenere lontano chi parla da falsi profili e con nomi fittizi: i protagonisti veri della processione hanno nome e cognome, sono ben riconoscibili; in secondo luogo contribuiscono a rafforzarci contro possibili manipolazioni da parte di chi vorrebbe mettere le mani sulla della festa simbolo della nostra città. Infine ci incoraggiano a usare la parola misteri con sobrietà: non parliamo di misteri in senso giudiziario o fantascientifico; parliamo di un Mistero che ogni anno la Chiesa ci fa rivivere nella settimana santa e lo estende a ogni domenica dell’anno.
La banda larga
Ho detto sì a questa pubblicazione perché penso che tutto il popolo dei misteri, anche i fratelli e le sorelle più poveri, hanno diritto alla “banda larga”, a ricevere, cioè, il messaggio pieno della Processione dei Misteri. Non nella banda stretta di questo o quel protagonista di turno: tutti abbiamo diritto all’annuncio pieno che gli apostoli hanno dato con parresia, con franchezza e coraggio, quando hanno detto: “noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti 4,20). Questo è la Processione dei Misteri: non possiamo tacere nelle 24 ore di ogni giorno della vita quello che abbiamo visto e ascoltato di Lui, di Gesù di Nazaret, della sua passione, crocifissione, morte e risurrezione. Per imparare e vivere tutto ciò noi trapanesi siamo fortunati perché le statue dei nostri gruppi sacri continuano a parlarci di Lui. Notte e giorno, in primavera e in estate, in autunno e in inverno. Sono proprio loro che ci ricordano i grandi temi di Gesù:
* siamo tutti fratelli e perciò l’immigrazione e l’emigrazione sono vie normali della fraternità universale e anche della crescita culturale ed economica delle nostre popolazioni;
* il perdono reciproco è sempre la leva della vera civiltà, generata dal Padre nostro;
* l’amore è l’essenza stessa di Dio e di ogni uomo amato da Dio e chiamato alla maturità dell’amore in quella vocazione nella quale lo Spirito di Gesù risorto lo invia;
* la donazione di sé, nel trapianto di organi e perfino nel martirio per fede e per i grandi valori della civiltà, è la vera realizzazione di ogni essere umano;
* la dignità sublime della donna, prima annunciatrice del vangelo della risurrezione, è il sigillo delle nostre statue dei misteri di Trapani: da Maria Maddalena alla Vergine Maria, l’Addolorata, colei che a tutta l’umanità, a tutte le religioni annuncia che la morte è stata sconfitta e dal Risorto è nata una comunità di “risorti”. Con debolezze ed energie di vita piena.
Conclusione
Uno storico e filosofo francese, il famoso medievista Etienne Gilson (1884-1978), con ironica intuizione ebbe a scrivere nel 1934: “Dopo la nascita di Gesù Cristo, non poteva accadere nulla di veramente più importante che il rifiuto di Gesù Cristo”1. La nostra Processione dei Misteri racconta l’importante rifiuto di Gesù, presente nei vangeli, e ci invita a risalire al mistero integrale di Lui. Le statue dei nostri gruppi sacri non smettono di “continuare a parlarci di Lui”. Ascoltiamo l’anima della Processione, trasmettiamo alle nuove generazioni la gioia della sua vittoria su ogni male, ogni peccato, ogni morte. Il suo amore è immenso. Nel tempo e nello spazio. Dotiamoci della banda larga per riceverLo e trasmetterLo.
1 S. Paliaga, “Gilson, l’infallibile cecchino della barbarie”, in Avvenire, p. 20, 10 aprile 2021.