di Fabio Pace

L’intervento di potatura degli alberi che costituiscono il perimetro della Villa Margherita di Trapani è giunto quasi alla fine. Un lavoro che testimonia come questa amministrazione, finalmente, sembra abbia fatto pace con il verde pubblico. La sfrondatura, infatti, è stata selettiva e l’intervento s’è limitato alla pulizia della chioma, a partire dall’interno. Insomma, non la solita capitozzatura selvaggia, ma un lavoro più accorto e rispettoso delle piante; come da tempo chiedeva l’associazione per il verde pubblico e privato e per il decoro urbano Erythros, che riunisce numerosi cittadini attenti al rispetto dell’ambiente e delle piante, e che con le loro attività di cittadinanza attiva hanno cominciato a modificare anche l’atteggiamento del servizio verde pubblico del comune di Trapani che, in verità, nel passato non aveva brillato per cura degli alberi. Sono stati potati un centinaio di esemplari di Ficus Microcarpa che rappresentano il perimetro verde entro cui è racchiuso il giardino della Villa Margherita. Inizialmente sistemata intorno al 1860 come sola villa, fu trasformata in giardino con la piantumazione di alberi, anche di provenienza tropicale, durante il mandato del sindaco Enrico Fardella nel 1878, e inaugurata nel 1889, con la dedica alla Regina Margherita di Savoia. Nei due ettari di viali ed aiuole, la Villa Margherita, conserva, come nei migliori giardini ottocenteschi, esemplari particolarissimi di piante: palme delle Canarie di provenienza subtropicale, pini, cespugli di oleandro, un olivo di Boemia, pittospori, palma nana, palma Livistona Chinensis, un rigoglioso esemplare di corinocarpo (originario della Nuova Zelanda) e un albero volgarmente chiamato “Albero Botte” o falso Kapok che si distingue per l’ingrossamento del tronco, Tecomaria capensis, un esemplare di Duranta plumieri dal tronco stranamente intrecciato, Cestrum parquii e Dracaena draco. Quasi un orto botanico, un monumento al verde, presente in tutti i manuali di architettura dei giardini e per questo sottoposto a vincolo paesaggistico e storico-architettonico. L’esedra dei Ficus ospita come noto, il teatro all’aperto Giuseppe Di Stefano per rappresentazioni del Luglio Musicale Trapanese. Uno spazio in cui l’acustica è favorita proprio dalla cupola costituita dal fogliame dei ficus.