Colombaia. Su progetto e tempi di restauro audizione in Commissione UE dell’ARS

Mercoledì prossimo i trapanesi sapranno quando inizieranno i lavori per il restauro della Colombaia. Almeno questo si spera e questo è l’intento della domanda posta, in forma retorica, dalla deputata regionale trapanese del Movimento 5 Stelle, in una nota diffusa oggi alla stampa: «Che fine ha fatto il progetto della Colombaia?».

Chiamati a rispondere innanzi la commissione UE dell’ARS, convocata dal presidente Luigi Sunseri su richiesta di Ciminnisi, saranno: l’Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato; il Dirigente Generale del Dipartimento per i beni culturali e l’identità siciliana, Mario La Rocca; la Soprintendente per i beni culturali ed ambientali di Trapani, Girolama Fontana.

«Nell’ottobre scorso – ricorda Ciminnisi nel comunicato stampa –, furono proprio i vertici del Dipartimento dei beni culturali ad annunciare in Commissione l’avvio dei lavori di restauro della Colombaia entro il primo trimestre 2024. Siamo a maggio, ancora non sappiamo quale sarà la destinazione d’uso di questo monumento identitario della comunità trapanese, e di inizio dei lavori nemmeno l’ombra. Mi piacerebbe ascoltare in questa campagna elettorale qualche dichiarazione di chi parlava della Colombaia e oggi, invece, è totalmente silente rispetto allo stallo».

L’intento della deputata trapanese è di avere risposte circostanziate e puntuali su quali siano i tempi previsti dal cronoprogramma, se non sono stati rispettati e che cosa si intende fare per arrivare al più presto all’apertura del cantiere. Insomma le domande, poste in maniera formale, ma che quasi tutti i trapanesi che hanno a cuore la Colombaia, si chiedono.

La questione dei tempi non è secondaria. Ciminnisi ci ricama con un po’ di ironia: «La Colombaia – dice – è stata capace di sfidare i secoli e potrebbe perfino attendere ancora l’intervento della Regione, ma l’Europa e il Pnrr hanno tempi rigorosi e scadenze da rispettare, ogni giorno di ritardo mette a rischio il finanziamento».

Soldi a rischio? Conclude Ciminnisi: «Il finanziamento per il restauro vale ben 27 milioni di euro del PNRR, ma non vorrei che alle dichiarazioni di intenti non seguissero azioni concrete e che il progetto diventasse l’ennesima occasione perduta.