Le Tre Domande della Domenica a Silvana Piacentino

L’intervista alla direttrice della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco in occasione del trentennale dell’istituzione dell’area protetta gestita dal Wwf.

Quest’anno saranno trent’anni di Riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco. Un risultato importante per il Wwf, ente gestore dell’area protetta e per chi, come lei, assieme a chi l’ha preceduta ed ai suoi colleghi, è impegnata da anni sul fronte della tutela ambientale…

Il 2025 rappresenta una tappa significativa, celebriamo i 30 anni della Riserva Naturale Orientata “Saline di Trapani e Paceco”, istituita dalla Regione Siciliana con decreto assessoriale dell’11 maggio 1995 e affidata in gestione al WWF Italia. L’istituzione era prevista nel Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Siciliane e questa fu la prima riserva in Sicilia ad essere istituita ed affidata in gestione al WWF Italia. Oggi, la Riserva delle Saline fa parte del sistema regionale delle aree protette regionali che si compone di una rete di aree naturali che, insieme, rappresentano un’eccellenza in termini di tutela ambientale. Quest’anno a livello regionale celebriamo tre anniversari fondamentali: 45 anni dalla Marcia dello Zingaro (1980), 30 anni di Riserve istituite nel 1995, tra cui le Saline di Trapani e Paceco e 25 anni di ulteriori riserve istituite nel 2000, tra queste anche Capo Rama e Torre Salsa altre due bellissime realtà gestite anch’esse dal WWF Italia. La Riserva delle Saline è oggi inserita nel calendario delle celebrazioni del progetto regionale “25 + 30 + 45 = CENTO – Custodiamo le Eccellenze della Natura per Tutti e per Ognuno”, promosso dal Dipartimento dell’Ambiente e dall’Osservatorio Regionale della Biodiversità Siciliana, che prevede eventi diffusi in tutta la Sicilia, laboratori, attività didattiche, escursioni, momenti di riflessione e di educazione alla sostenibilità. Quindi, anche la Riserva delle saline di Trapani e Paceco sarà protagonista di alcune iniziative nell’ottica di promuovere la cultura ambientale. Le attività che verranno intraprese nei prossimi mesi saranno anche l’occasione per raccontare i risultati e ciò che è stato realizzato in tre decenni di gestione dell’area protetta. Risultati importanti per tutti, non solo per noi che oggi lavoriamo nella gestione di questo territorio, ma anche per i colleghi che nel tempo hanno fatto parte della squadra, per i volontari, per i cittadini e per chi ha creduto sin dall’inizio che quest’area meritasse di essere salvaguardata. All’origine dell’istituzione della Riserva c’è stata infatti, una forte mobilitazione popolare e istituzionale, che ha permesso di salvare questo scampolo di territorio, è grazie alla visione di costoro che noi oggi siamo qui a raccontare dei trent’anni di gestione, che hanno portato a trasformare nel tempo un’area allora segnata dal degrado, con saline che venivano abbandonate e trasformate in discariche, in uno scrigno di biodiversità, esempio di tutela di specie ed habitat. Oggi la Riserva è un luogo in cui la tutela si fonda e si coniuga con la presenza delle saline e la coltivazione delle stesse per la produzione del sale, ma è anche un luogo di produzioni agricole importanti e con strutture per l’accoglienza dei visitatori. E’ un luogo in cui la trasformazione, passo dopo passo, è avvenuta grazie alla sinergia con diversi soggetti, come i proprietari delle aree in cui ricade l’area protetta ma anche con le amministrazioni locali, le università, le scuole, gli ordini professionali, le forze dell’ordine, la magistratura, i cittadini, gli imprenditori che hanno creduto nel potenziale del territorio, investendovi e avviando strutture sostenibili che permettono oggi una fruizione rispettosa della natura. Questi trent’anni sono passati tra mille difficoltà e innumerevoli sfide, ma dimostrano che il cambiamento è possibile. Occorre saper guardare con occhi diversi, crederci, lavorare con costanza costruendo relazioni, perché da soli non si cambia: insieme sì. È questo lo spirito con il quale desideriamo vivere le celebrazioni per i 30 anni, un traguardo per il WWF Italia che è anche un punto di partenza per nuove sfide.

Facciamo un bilancio su questi tre decenni di attività in termini di aumento dell’avifauna presente in Riserva. Il numero delle specie è aumentato e ci sono sempre più esemplari rari.

In trent’anni di tutela, la Riserva delle saline di “Trapani e Paceco” ed oggi anche di “Misiliscemi”, ha registrato un significativo aumento della presenza e della diversità di avifauna. Un risultato reso possibile a cominciare dalla cessazione di attività impattanti ed in contrasto con le norme che prevedono la tutela delle specie, ma che si fonda anche su un monitoraggio costante e sulla proficua collaborazione con università, istituti di ricerca, fondazioni e numerosissimi volontari appassionati di birdwatching. Il patrimonio di dati raccolti negli anni testimonia l’importanza cruciale della Riserva nella tutela della biodiversità ed in particolare l’importanza del sito per la tutela dell’avifauna. Numerosi interventi di conservazione ambientale o modifiche nelle modalità d’uso delle aree più sensibili, hanno contribuito a creare condizioni favorevoli per molte specie, aumentando progressivamente, il numero sia di quelle di passaggio durante la migrazione che di quelle nidificanti. Abbiamo superato già le 230 specie di uccelli censite nell’ultima check list, a queste si aggiungono nuove specie migratrici, nidificanti e numerosi esemplari rari o minacciati. Specie come il fenicottero rosa, passati da poche decine a qualche migliaio, la spatola, il fraticello, l’avocetta, la volpoca, il mignattaio, il pollo sultano, il gufo di palude, sono solo alcune delle centinaia di specie che trovano in quest’area un habitat sicuro. Tra gli interventi più significativi, a tutela dell’avifauna, avviati in sinergia con i gestori degli impianti, va ricordata l’eliminazione, lo scorso anno, dei dueelettrodotti storici, che attraversavano la Riserva rappresentando una minaccia concreta per l’avifauna migratoria, provocando la morte o il ferimento di specie come i fenicotteri o gli aironi. Ed inoltre, il posizionamento nell’elettrodotto che passa accanto alla Riserva di un sistema di protezione per l’avifauna. Altro importante risultato a tutela delle specie migratorie e nidificanti che giungono alle saline di Trapani è stato l’ottenimento dell’interdizione al sorvolo dell’area. Inoltre, l’avvio di una gestione sostenibile del litorale costiero prospicente la Riserva attraverso la sinergia con la Capitaneria di Porto di Trapani, finalizzata anche alla tutela di specie a rischio come il fratino. L’installazione di sistemi di video sorveglianza finalizzati alla prevenzione ed il contrasto delle attività a danno del patrimonio ambientale, realizzata grazie alla sinergia con l’amministrazione comunale di Paceco e la Polizia Municipale ma anche con l’associazione di protezione civile SOS Valderice per la prevenzione incendi. Quindi certamente la Riserva è oggi riconosciuta come uno dei siti ornitologici più importanti, grazie al suo ruolo strategico lungo la rotta migratoria del Mediterraneo che unisce l’Africa con l’Europa. Ma il valore della Riserva non si limita solo alla presenza dell’avifauna, grazie alla ricerca condotta dall’Università di Palermo, è stata scoperta e descritta per la prima volta in assoluto, una nuova specie, la cavalletta Incertana drepanensis, presente esclusivamente, in circa mille ettari, in un solo luogo dell’area protetta. Anche la flora ha beneficiato degli effetti della tutela e degli interventi di conservazione, tra i progetti più rilevanti, quello con il CNR di Palermo, nell’ambito del programma “Life”, ha contribuito alla tutela della Calendula maritima, una delle 50 piante a rischio di estinzione nel Mediterraneo, permettendo anche la piantumazione della specie in diversi siti della provincia esterni alla Riserva. Un ruolo centrale nella tutela lo hanno avuto anche la sensibilizzazione attraverso le visite guidate e le attività didattiche, i diversi momenti di partecipazione agli eventi tra cui le attività a livello nazionale del WWF Italia, la divulgazione attraverso i mezzi di informazione ma anche attraverso condensati di conoscenze come la guida naturalistica di qualche anno fa dedicata alle Saline di Trapani e Paceco, curata dall’allora direttore della Riserva.

Quale futuro per la Riserva delle Saline? Quali sono le questioni più importanti da portare avanti sempre nell’ottica di salvaguardare questa oasi della biodiversità? Che tra l’altro, ricordiamo, è area Ramsar che ricade anche nella rete di Natura 2000…

Il futuro della Riserva passa dal mantenere e rafforzare la tutela degli habitat e delle specie, ampliare ancora la conoscenza scientifica attraverso la ricerca e coinvolgere ancora di più le comunità locali. Fondamentale sarà anche sostenere le buone pratiche nella gestione della salicoltura, un’attività tradizionale imprescindibile per la conservazione della biodiversità e l’equilibrio ecologico del territorio. Sarà essenziale rafforzare il presidio del territorio e promuovere forme di turismo sostenibile e consapevole. Al tempo stesso, è necessario salvaguardare l’identità del paesaggio promuovendo il recupero del patrimonio architettonico, a cominciare dai mulini a vento. In parallelo, occorrerà intervenire sulla pressione antropica puntando ad armonizzare la pianificazione territoriale. Non possiamo dimenticare che la Riserva è un’area umida di importanza internazionale riconosciuta tra i siti Ramsar, Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale, inserita nella rete europea di conservazione “Natura 2000”, area IBA quindi abbiamo tutti quanti una responsabilità internazionale che richiede azioni locali concrete ma lungimiranti. Il futuro della Riserva passa dalla capacità di intervenire per migliorare non solo ciò che esiste “dentro” l’area protetta, ma anche “fuori” dai suoi confini formali, agendo sulle pressioni ambientali e correggendo anche scelte del passato che oggi mettono a rischio gli equilibri ecologici dell’intero sistema. La sfida si chiama resilienza e passa attraverso la riduzione delle fonti di inquinamento, la corretta gestione della crescente pressione turistica, ma anche dal lavorare accanto alle amministrazioni locali, affinché si possano realizzare le reti di smaltimento fognarie nei comuni oggi sprovvisti, pianificare nell’ottica della salvaguardia del territorio confinante con l’area protetta per ridurre la crescente pressione esercitata dall’espansione urbanistica e industriale. E al tempo stesso la sfida passa anche dal rafforzare la connessione tra natura e cittadinanza, investendo sull’educazione ambientale e sull’uso responsabile delle risorse. Un approccio pienamente coerente con la campagna “Our Nature” del WWF Italia, che punta a rimettere la natura al centro delle scelte politiche, economiche e sociali. Perché tutelare le aree naturali non significa solo salvaguardare piante e animali, ma proteggere la salute, il clima, la cultura e il benessere delle generazioni future. Nel 2025, la celebrazione dei 30 anni è quindi un momento di gratitudine, ma anche di rilancio. Una chiamata all’azione per tutti: istituzioni, cittadini, scuole, imprese. Perché se è vero che la natura non ha voce, ha però bisogno della nostra, ogni giorno.

Mario Torrente