di Mario Torrente
Il focus sulle case forestali e strutture pubbliche presenti nelle nostre montagne, di proprietà della Regione, che potrebbero diventare rifugi e punti di accoglienza per dare servizi a turisti e camminatori.
È un luogo di una bellezza unica, che si trova lungo l’antico sentiero di Sant’Anna, itinerario che da Martogna risale fino ad Erice. La Casa Forestale sopra le Rocche del Calderaro venne realizzata negli anni novanta dall’allora ispettorato delle Foreste attraverso il recupero e la ristrutturazione di quelle che al tempo erano chiamate “Case Bulgarella:” per molti anni ospitò l’ufficio lavoro del demanio di Erice-Sant’Anna, che comprendeva anche Martogna, Mischi, l’area dei Runzi e quella dei Cappuccini, nel versante dei Difali. Era praticamente il quartiere generale del personale dell’Azienda Foreste che prestava servizio in questo angolo della montagna, facendo lavori di selvicoltura necessari per la cura e la difesa del patrimonio boschivo. È stata operativa come sede del personale della Azienda Foreste dal 1991 al 2017.
Al momento non è più in funzione come ufficio del lavoro. La struttura, chiusa così come altre case forestali che si trovano nelle montagne del Trapanese, ha sicuramente un grande potenziale per quel che riguarda il turismo verde e tutte le attività, come l’escursionismo, che stanno prendendo piede anche nelle nostre zone, con gruppi di camminatori che percorrono i sentieri di montagna in cerca di luoghi da esplorare e conoscere. Ed Erice si presta molto per questo tipo di attività, potendo contare, oltre sul patrimonio naturalistico e paesaggistico, anche sulla storia ed i tanti racconti legati ai luoghi.
La Casa Forestale lungo il sentiero di Sant’Anna sembra davvero ideale per ospitare un rifugio di montagna. Al suo interno, oltre alla cucina con tanto di forno antico, c’è pure un grande salone con un caminetto ed una tavola in legno che ricorda una baita alpina. In questa struttura si respira davvero aria di montagna, in un’atmosfera particolare, mentre all’esterno c’è una grande veranda con vista grande bellezza su Trapani ed il mare delle isole Egadi. Il tutto in una struttura pubblica, di proprietà della Regione, al momento inutilizzata, dove c’è anche un’area alberata, quel poco che resta dopo decenni di incendi e devastazione, offre un rifugio ideale a chi cammina o pedala in queste zone, regalando momenti di relax ad un tiro di schioppo dalla città. In primavera sembra poi di immergersi in un giardino fiorito ricco di profumi e biodiversità. Sotto la veranda c’è poi una zona che si presta poi a pic-nic, letture in mezzo alla natura e momenti di svago immersi nel verde. Un piccolo angolo di paradiso a circa un chilometro di cammino a piedi dal Santuario di Sant’Anna e a poco meno di due chilometri da Erice.
Da Case Bulgarella passa poi anche il Sentiero Italia del Cai nella prima tappa siciliana, quella che va da Trapani ad Erice, mentre proseguendo in direzione nord si può percorrere l’itinerario che da Mischi arriva al Castellazzo. Insomma, si tratta di una struttura sicuramente dall’altissimo potenziale per le attività outdoor che si potrebbero sviluppare nella montagna di Erice, con i suoi itinerari che negli ultimi anni hanno visto aumentare esponenzialmente la presenza di camminatori e gruppi di escursionisti. Anche le attività legate alla mountain-bike si sono andate incrementando. E probabilmente il futuro sarà sempre più all’insegna del turismo verde e delle attività all’aperto in contesti di montagna o di campagna. Ma per sviluppare questo “turismo lento” servono servizi, a partire dai punti di accoglienza da destinare alla fruizione, anche in chiave turistica, di escursionisti, ciclisti, pellegrini e di quanti, andando per i sentieri ed i vari itinerari, si aspetterebbero di trovare nelle aree montane siciliana luoghi paragonabili a quelli dei rifugi sparsi tra Alpi ed Appennini, luoghi a cui la Sicilia non ha niente da individuare. Tutt’altro.
Del resto le montagne siciliane, in termini di bellezza e patrimonio naturalistico, non hanno nulla da invidiare alle Terre alte del resto del territorio nazionale, potendo contare anche su un carico di storia e di biodiversità unico. Ma il turismo verde, che si va diffondendo sempre più nel mondo, va strutturato con un’offerta che passa anche da tutta una serie di servizi, a partire dai punti di accoglienza come bivacchi e rifugi. Ed anche le montagne del Trapanese hanno diverse strutture, attualmente chiuse, da potere riconvertire in chiave green. Sempre a Monte Erice c’è la casa forestale lungo il sentiero di Visconti, che collega Bonagia con San Matteo, anche questa inutilizzata, che venne sistemata tra la fine degli anni novanta e gli inizi del duemila. Qui le prospettive sono invece tutte sul mar Tirreno, il golfo di Bonagia e la montagna di Cofano. Ma la struttura nella zona di Visconti è in condizioni di abbandono. Il suo recupero permetterebbe di valorizzare questo edificio, tra l’altro piuttosto grande, oltre che itinerario che dal mare porta all’area demaniale regno dell’asino pantesco.
A Monte Sparagio, nel bosco del Giacalamaro, a circa 500 metri di quota, c’è poi una struttura che assomiglia, in tutto e per tutto ad una vera e propria baita alpina, tutta in legno e con il tetto spiovente. Il sol fatto di vederla da fuori catapulta gli escursionisti nelle “Terre alte” di chissà quale catena montuosa. Ed invece il mare è ad un tiro di schioppo e la vista è tutta sulla Sicilia occidentale con i panorami che caratterizzano quella che con i suoi oltre 1110 metri di altezza è la cima più alta della provincia di Trapani. Anche questo immobile per anni è stato un ufficio lavori per il personale della Forestale. Adesso è chiuso, inutilizzato, così come l’invaso antincendio che si trova proprio davanti i due livelli con tetto spiovente di quella che sembra fatta a posta per diventare un bivacco di montagna, come se ne trovano in tutta Italia. Anche in Sicilia se ne contano un bel po’.
Un’altra struttura in mezzo agli alberi si trova a Montagna Grande, anche se l’incendio di cinque anni anno addietro ha compresso quella che, fino al 2020, era un’autentica oasi naturalistica avvolta dal verde. Ma questa “Casa Forestale”, con tanto di legnaia, tavolo coperto da un gazebo ed un capanno, scampò alle fiamme. Sempre a Montagna Grande ci sono anche le Case Patti. Un po’ ovunque, andando per i monti, ci sono insomma immobili purtroppo non più utilizzati come un tempo. E che potrebbero essere riconvertiti per dare servizi alle attività outdoor rivolte a quel turismo lento e “green” che guarda alla natura ed alla scoperta dei tanti luoghi da esplorare in grado di regalare emozioni e racconti. Ed anche le montagne del Trapanese hanno tante storie da raccontare semplicemente strada facendo…
Guarda anche gli altri approfondimenti dedicati al turismo ecosostenibile