Lunedì prossimo si terrà l’udienza preliminare per uno dei due tronconi dell’indagine “Tangentopoli del mare” dove i PM Belvisi e Sardoni richiederanno 4 rinvii a giudizio. In camera di consiglio, davanti al Gip Roberta Nodari, per rispondere dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti, favoreggiamento reale e traffico d’influenze illecite, dovranno comparire l’ex dirigente regionale a capo del Dipartimento della Mobilità Salvatrice Severino, l’ex amministratore delegato della Liberty Lines Ettore Morace, Giuseppe Montalto, a suo tempo segretario particolare dell’assessore regionale alle Infrastrutture Pistorio, e l’ex sottosegretario ai Trasporti forzista Simona Vicari. Parte offesa in questo procedimento è il Comandante Giuseppe Prestigiacomo, ai danni del quale Montalto si sarebbe adoperato per impedirne la nomina in commissione Ambiente all’ARS. La Procura di Trapani, invece, ha richiesto l’archiviazione per l’ex deputato regionale Mimmo Fazio indagato di minacce a pubblico ufficiale. Una indagine che prende spunto dalla funzionaria della Regione Dorotea Piazza che dopo quasi 7 mesi dalla riunione in cui l’ex parlamentare avrebbe proferito le frasi “la pagherete cara” decide di denunciare “l’anomalia delle metodologie di determinazione dei costi di trasporto marittimo”, “attività svolta – a suo dire – sin dall’inizio del suo insediamento;” il 7 luglio, giorno stesso dell’esposto, comunque, veniva ascoltata dai Carabinieri che -seppur non vi fosse menzione nella denuncia delle minacce- le sottoponevano specifica domanda alla quale rispondeva “ricordando” le presunte intimidazioni subite da Fazio. La Piazza, chiaramente, aveva già fatto cenno che all’incontro erano presenti una decina di persone, fra le quali il dirigente Fulvio Bellomo, l’assessore Giovanni Pistorio ed il parlamentare Mimmo Turano. La Procura di Palermo, però, riteneva di non ascoltare i presenti per le verifiche del caso ed, invece, disponeva il giorno stesso le intercettazioni per lui, la moglie Lilli Ferro, Ettore Morace ed altri due soggetti. Una tempistica decisamente anomala per i “normali” tempi investigativi. Come che sia, dopo anni, “le verifiche” sono arrivate però nel dibattimento di primo grado, tuttora in corso, per il “troncone trapanese” dell’inchiesta “Mare Monstrum” nel quale Fazio si deve difendere dai reati di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e traffico illecito di influenze. In udienza, infatti, sentiti come teste, l’assessore Pistorio, il dirigente Bellomo e l’allora direttore amministrativo della Liberty Lines Alessandro Forino hanno smentito la circostanza, chiarendo che il contesto delle frasi era riferibile all’eventuale disagio per le comunità isolane e la conseguente probabilità “di pagarla cara alla Corte dei Conti”, a detta di Fazio. Circostanza poi confermata da due intercettazioni, una ambientale e l’altra telefonica, nelle quali il dialogo fra personale della Regione ed il dirigente Bellomo, dopo le indiscrezioni stampa dell’inchiesta a seguito delle ordinanze cautelari, era per tutti chiaro che le frasi non fossero affatto riferite alla Piazza, quindi senza alcuna minaccia, ma contestualizzate al problema sociale ed eventualmente economico ai giudici contabili. Questo pochi giorni dopo l’arresto nel maggio 2017. Probabilmente (visto che le motivazioni della richiesta d’archiviazione non sono ancora note), da ciò la convinzione dei PM trapanesi di procedere all’archiviazione.
I PM chiedono archiviazione per Fazio
L'ex deputato era indagato per minaccia a pubblico ufficiale.