di Mario Torrente
Sopralluogo questa mattina in via Biscottai per il recupero e la valorizzazione della Mano del miracolo di Sant’Alberto, nel centro storico di Trapani, un simbolo che porta indietro di secoli e che racconta anche una leggenda legata al patrono della città.
Al sopralluogo hanno partecipato, oltre al sindaco Tranchida e all’assessore Guaiana, anche i rappresentanti della Soprintendenza ai Beni culturali e dell’Enel visto che si punta a liberare la Mano di Sant’Alberto dai fili che passano sopra questo simbolo di Trapani, che racconta antiche storie e legende.
La decisione di fare spostare i fili è partita alcuni anni addietro dai tecnici della Soprintendenza ai beni culturali di Trapani dopo avere fatto emettere dall’assessorato regionale ai beni culturali il decreto di tutela del bassorilievo, il che ha permesso di fare partire l’iter con l’Enel per sposare i cavi al fine di valorizzare il manufatto, che sarà quindi anche oggetto di un intervento di pulizia e recupero. Una richiesta partita di cui si sono fatti portavoce anche lo scrittore Giuseppe Romano ed il ricercatore storico Salvatore Accardi. Ma anche l’Unione Maestranze tempo addietro si era detta disponibile a fare qualcosa per valorizzare la Mano del Miracolo di Sant’Alberto.
La Mano del Miracolo di Sant’Alberto
La via Biscottai una strada antica, un tempo il cuore vivo della città con ben ben dieci chiese, che ci porta indietro nel tempo di secoli, con i nomi delle vie che ricordano personaggi rimasti impressi nella storia della città, come la via Rodio, le porte lungo la cinta muraria o la presenza della corporazione dei pescatori. Il carico di memoria conservato nella via dei Biscottai è testimoniato da tanti simboli, come una lapide che ricorda il terremoto del 1726 e la mano che ancora oggi si vede nel prospetto di una abitazione, quasi nascosta dai fili della luce con la frase quasi illeggibile a causa dei detriti. È chiamata mano del miracolo perchè secondo la leggenda qui Sant’Alberto salvò un bambino che caduto da una abitazione della zona, come ricordato dal ricercatore Salvatore Accardi, che nei suoi studi ha approfondito la storia di questa importante strada trapanese che meriterebbe ben più attenzione.
La via Biscottai
Questa storica storica trapanese si trova tra la zona del porto e corso Italia. Ed anche il nome della strada, via Biscottai, è legata alla gente che per secoli ha vissuto tra queste case ed il mare. Qui un tempo passavo le mura della antica Drepanon con diverse porte che si aprivano verso il mare. Un tempo era il cuore vivo della città con ben ben dieci chiese, a partire da quella di San Giacomo, oggi l’attuale Biblioteca Fardelliana. Nonostante gli stravolgimenti degli ultimi 150 anni, questa strada conserva un immenso carico di memoria che meriterebbe ben più attenzione. Anche anche il nome della strada è un tuffo nella storia antico millenni: un tempo era infatti chiamata Rua di Rodio, portandoci indietro nel tempo alla prima guerra punica ed alle eroiche gesta del trapanese Rodio. Successivamente prese il nome di Strada dei Biscottari, andando così a legare l’identità di questa zona alla gente che per secoli ha vissuto tra queste case ed il mare. Il nome “biscottari”, come spiegato dallo stesso Accardi, deriverebbe infatti dalle gallette, simili per l’appunto a dei biscotti, che marinai e pescatori mangiavano a bordo delle loro barche durante la navigazione e battute di pesca.
Ma qui venne anche scolpita la statua di Sant’Alberto, chiamato “della Marinella”, oggi custodita nella chiesa del Rione Palma costruita nella periferia di Trapani negli anni Sessanta e dedicata proprio a Sant’Alberto, dando oggi il nome a tutto il quartiere. La statua, completamente rivestita in argento, venne scolpita da Domenico Nolfo per iniziativa del ceto dei pescatori della “Marina Piccola” ed era custodita nella chiesa anticamente chiamata “Nostra Signora del Parto”, in seguito Madonna della Grazia. Tra l’altro in queste chiesa rimase inizialmente la statua della Madonna di Trapani non appena arrivò in città. A memoria di ciò, nel terzo altare della chiesa c’era un quadro che raffigurava Maria Santissima di Trapani. Qui la congregazione dei pescatori della Madonna della Grazia, come segno di devozione a Sant’Alberto, fece costruire una bellissima “statua settipalmare tutta in argento“, ha ricordato Accardi in un suo testo, che ogni anno i consoli dei pescatori “mostravano nella strada de’ Biscottara“.
Della chiesa della Madonna della Grazia, che dava il nome anche ad una porta che si apriva sul porto, purtroppo oggi non resta più nulla. La statua di Sant’Alberto della Marinella, restaurata più volte nei secoli, l’ultima volta del 2003, si può invece ammirare ancora nell’altare centrale della chiesa del Rione Palme. nella zona nuova di Trapani. Ma le sue origini ci portano in via Biscottai, dove secoli addietro fu fortemente voluta dai pescatori della Marina piccola. Come segno di devozione al Santo patrono della città di Trapani.