“Siamo realisti. Sogniamo l’impossibile”

Ieri, a Bologna, è stata scritta una pagina indelebile di storia sportiva – e non solo – che resterà impressa per sempre nella memoria dei trapanesi.
È la storia di una città, di un popolo a cui, dal dopoguerra a oggi, è stato spesso negato il diritto di sognare. Per questo oggi, parafrasando una celebre frase di Che Guevara, possiamo dire: “Siamo realisti, esigiamo l’impossibile.”
Perché sì, i sogni possono diventare realtà. Tutto è possibile: basta crederci, avere il coraggio di affrontare le difficoltà, e soprattutto non arrendersi mai.
Il “Che” sognava un’America Latina unita, forte, in grado di dare dignità al proprio popolo e di competere con il resto del mondo.
Valerio Antonini è il nuovo Che Guevara? Un paragone azzardato? Una ruffianeria?
No, amici miei. Antonini ha compiuto un piccolo grande miracolo: ha fatto sognare un’intera città — tifosi e non.
Ha ridato dignità a un luogo dimenticato per troppo tempo, dimostrando, con i fatti, che anche ciò che sembra impossibile può accadere. Basta crederci davvero.

“Siamo realisti, sogniamo l’impossibile.”
È questo il nuovo credo di un imprenditore fuori dal comune, capace di rompere gli schemi della logica gattopardiana che ancora domina il nostro territorio: quel meccanismo per cui tutto sembra cambiare, solo per restare com’è. No, per lui tutto cambia davvero. E cambia per migliorare.
In una città soffocata da retorica e ipocrisia, dove la regola non scritta è “meglio avere torto in compagnia che ragione da soli”, il vulcanico Antonini ha scelto un’altra via. Non si è mai adagiato, ha proseguito per la sua strada con coraggio, dicendo sempre ciò che pensa, anche a costo di risultare scomodo. Ha sbagliato? Ci auguriamo di sì, perchè alla fine anche lui è un essere umano. Ma ha avuto il merito di provarci, mettendoci la faccia.
Ben venga allora Antonini. Anzi, ce ne vorrebbero cento come lui. Perché sì, è bello — e necessario — essere realisti e sognare l’impossibile.

Ignazio Grimaldi
direttore generale Telesud