Un paziente trapanese da tre mesi attende di essere operato ad un occhio per una cataratta traumatica in anisometropia elevata. Anisometropia vuol dire che tra i due occhi esiste una differenza marcata della visione espressa in decimi, ed è talmente elevata che non si può più correggere con occhiali e che è ormai indispensabile un intervento chirurgico, senza il quale il paziente rischia la cecità. La tempestività dell’intervento è fondamentale. Operazione che, ci spiega la signora Giovanna Daidone, moglie del paziente in attesa dell’intervento, non può essere effettuata presso l’ospedale Sant’Antonio Abate per la mancanza di un apparato di chirurgia oftalmica molto importante, in questo momento inutilizzabile perché in attesa di revisione. Lo stesso apparato però sarebbe già in possesso dell’ASP di Trapani, ma fermo, nuovo, ancora imballato, inutilizzato presso un altro ospedale. La signora Daidone ha già pagato il ticket per l’operazione del marito, ma in assenza dell’indispensabile macchinario per effettuare l’intervento, data l’urgenza, lei e il marito potrebbero essere costretti a trasferirsi presso un altro ospedale e rinunciare ad essere seguiti dal proprio oculista di fiducia. La signora si è anche rivolto al tribunale per i diritti del malato, ma ad oggi senza esito, ed è determinata, nell’interesse del marito a presentare un esposto presso la procura della repubblica di Trapani. Rimane senza risposta la domanda se non si tratti di un caso in cui non viene garantito il livello essenziale di assistenza o se esso è comunque assicurato anche a costi economici ed emotivi più alti per i cittadini e i pazienti.

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