Protesta al Pietro Cerulli: gli aggiornamenti

Nuovo episodio di protesta da parte dei detenuti presso la Casa Circondariale di Trapani, nel Reparto Mediterraneo. Nella giornata di ieri, circa 100 detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle celle, creando una situazione di forte tensione. L’episodio ha messo a dura prova il personale di Polizia Penitenziaria.

I detenuti hanno chiesto la presenza del Magistrato di Sorveglianza e del Provveditore Regionale.

Mobilitazione straordinaria del personale

Per gestire la protesta, è stato necessario richiamare tutto il personale disponibile. Sono intervenuti anche agenti liberi dal servizio e unità provenienti da altri istituti penitenziari della Sicilia occidentale. Dopo ore di tensione e confronto, la situazione è stata riportata alla calma. I detenuti sono rientrati nelle celle senza danni fisici al personale.

Denuncia dei sindacati: sovraffollamento e carenza di organico

Le sigle sindacali firmatarie – SAPPE, SINAPPE, O.S.A.P.P., UILPA, USPP e FNS CISL – denunciano una situazione diventata ormai insostenibile. In particolare: sovraffollamento carcerario, grave carenza di organico e una struttura fatiscente e inadeguata.

La pressione detentiva ha superato i limiti di sicurezza e le condizioni di lavoro sono al collasso. Serve un intervento urgente da parte del Ministero e delle autorità competenti.

Turni massacranti: oltre 18 ore di servizio

Il personale di Polizia Penitenziaria ha lavorato ininterrottamente per oltre 18 ore, dalle 8:00 del mattino alle 2:00 del giorno successivo. Un impegno straordinario, che ha comportato sacrifici personali e familiari.

Secondo i sindacati, è inaccettabile che, in uno Stato di diritto, il personale sia sottoposto a turni massacranti senza tutele né riconoscimenti adeguati.

Sistema penitenziario in crisi: l’allarme dei sindacati

Quanto accaduto a Trapani non è un episodio isolato, ma il sintomo di una crisi strutturale del sistema penitenziario italiano. A pagarne le conseguenze sono soprattutto gli operatori in uniforme.

La priorità, secondo i sindacati, dovrebbe essere la sicurezza, la dignità e il benessere lavorativo del personale penitenziario.

I sindacati, inoltre, hanno spiegato di aver scelto di non diffondere subito la notizia, nonostante fossero informati in tempo reale. Una decisione presa per evitare strumentalizzazioni e garantire la sicurezza di chi era impegnato nella gestione dell’emergenza.

Il ruolo del comando e della direzione

Il coordinamento delle operazioni è stato seguito direttamente dal Comandante di Reparto e dal Direttore dell’istituto, con il supporto costante del Provveditore Regionale, in contatto