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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il Faro Sea Club di San Vito ci scrive

Ancora una volta sulla problematica della stagionalità delle strutture balneari.

Ancora una volta, il problema della stagionalità dei lidi balneari torna d’attualità. Questa volta, dopo i casi dei lidi ad Erice, tocca al Faro Sea Club di San Vito Lo Capo raccontare la propria odissea in una lunga nota che ci giunge in redazione. Documenti alla mano, riceviamo e pubblichiamo…

“Che i lidi balneari possano restare montati anche dopo il termine della stagione estiva, purché abbiano i relativi pareri favorevoli, è sancito dalla Legge Regionale n. 3 del 2016, pertanto è cosa assodata;
tranne forse per il Comune di San Vito, il quale, nello specifico, lo scorso novembre ha espresso parere contrario in quanto, secondo la firmataria Ing. Anna Maria Giustiniani, la richiesta di mantenimento fatta dalla Sigma Food Srl per il lido Faro Sea Club, seppur provvisto di parere favorevole della Sovrintendenza (la cui assenza era stato sostanzialmente la motivazione dello smontaggio delle strutture sul lungomare ericino…), andrebbe in contrasto con l’art. 17 delle norme tecniche di attuazione del P.R.G.C.

Probabilmente all’allora dirigente del III settore non hanno mai spiegato che le Leggi Regionali sono superiori alle norme comunali. Ad ogni modo, a seguito di osservazioni dei nostri legali, il Comune, imperterrito, invia ulteriore provvedimento negativo, stavolta a firma dell’attuale dirigente Ing. Giuseppe Alcamo che ribadisce il diniego. Il SUAP, in conclusione, con conferenza di servizi ci intima lo smontaggio delle strutture. Nel mentre si giunge in primavera e seppur avvisata l’amministrazione tutta, formalmente e informalmente, dell’enorme danno che si stava per causare, per una probabile “leggerezza”, in termini economici, d’immagine (erano già programmati alcuni matrimoni) e occupazionali (il Faro Sea Club conta circa 25 dipendenti), giunge pure lo scorso aprile una nota del Segretario Comunale il quale rendendosi probabilmente subito conto dell’abbaglio preso scrive espressamente: “Alla luce delle considerazioni sopra esposte ed in virtù del fatto che l’eventuale contrasto di disposizioni riguarda norme aventi natura regolamentare, da un lato, e norme aventi forza di legge dall’altro, si invitano i destinatari della presente (Sindaco; Resp. III settore; S.U.A.P. ) a valutare se sussistono i presupposti per un’eventuale rivisitazione in autotutela del provvedimento emesso”.

Purtroppo, neppure tale invito risolve il problema…” insomma “alla Giustiniani ed Alcamo sicuramente andrebbe attribuita” la colpa” più grave per chi lavora in un ufficio tecnico di un Comune a forte vocazione turistica che ha pochi mesi di stagione dove poter lavorare a pieno regime. Ma va evidenziata un’altra responsabilità non meno grave: quella politica del sindaco Giuseppe Peraino nel non essersi interfacciato con i propri uffici nell’intento di risolvere il contenzioso. Nel mentre si giunge all’inizio della stagione estiva costringendoci a ricorrere al TAR. Quest’ultimo, immediatamente, ha ritenuto che sussistessero profili di fondatezza e ha sospeso tutti i provvedimenti consentendo, purtroppo soltanto oggi, di poter aprire. Noi non siamo arrabbiati, siamo soltanto amareggiati; delusi nel vedere che invece di incentivare le attività che costituiscono volano dell’economia territoriale si creino continui ostacoli per una burocrazia malata. Ci auguriamo almeno che se al termine dei giudizi l’amministrazione comunale dovesse essere condannata a risarcire i danni economici provveda all’azione di rivalsa nei confronti dei responsabili affinché possano pagare con le loro tasche.”

A margine della nota della Sigma Food ci venga consentita una breve riflessione di carattere generale senza entrare nella vicenda sopra descritta che fra l’altro verrà trattata dal TAR il prossimo 4 ottobre nel merito. Spesso il nostro Gruppo Editoriale si interfaccia con dirigenti pubblici; e non di rado ci scontriamo con ottusità degne di miglior causa. Quasi sempre figure con modestissima conoscenza giuridica che raramente hanno l’umiltà di tornare sui propri passi nonostante note legali circostanziate. Un problema che si riscontra a qualsiasi livello burocratico ed al quale, purtroppo, gli amministratori di turno non hanno “la forza” di opporsi perché “la politica” non gli dà gli strumenti per intervenire. Se non, paradossalmente, essere costretti a subirne le conseguenze in sede giudiziaria. Per lorsignori, invece, nessun problema. Mai. Intoccabili.

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