Le tre domande della domenica al professore Antonino Zichichi

Celebrati ieri i sessant’anni della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, nato grazie all’intuizione visionaria del professore Antonino Zichichi, ospite oggi della nostra rubrica settimanale. Proprio dal piccolo borgo mediavale è partito ieri un nuovo appello alla pace, con la firma del nuovo “Manifesto di Erice”, per una scienza “al servizio degli uomini e non delle Nazioni”.

Perchè scelse proprio Erice come sede per la Fondazione?

Perchè Erice è casa mia. Perchè, molto semplicemente, ci sono nato, e perchè mi piaceva che la scienza di altissimo livello prendesse corpo e vita proprio dove ero nato. E poi ho sempre pensato che i vicoli, gli edifici, le atmosfere e l’aria che si respira ad Erice sarebbero stati la scena giusta e propizia per gli incontri tra studiosi e scienziati di primissimo piano.

Ogni anno scienziati provenienti da tutto il mondo si ritrovano ad Erice per discutere di emergenze planetarie. Cosa può fare la scienza e qual è il monito per la politica?

La scienza sta già dando le risposte. Altra cosa è che i governi e le industrie le sappiano raccogliere queste indicazioni per metterle a frutto. Se il nostro vivere fosse regolato dalle leggi e dall’etica della scienza vivremmo in un posto decisamente diverso e migliore. Ai politici, a coloro che governano il mondo dico: fatevi guidare dalla scienza e dagli scienziati, che è il motto di Emergenze Planetarie.

Per i sessant’anni della Fondazione è stato firmato il nuovo “Manifesto di Erice”. Qual è il suo sogno per il futuro?

Il mio sogno è lo stesso sogno di Galileo Galilei, il trionfo della scienza. Se trionfasse la cultura scientifica non ci sarebbero più guerre, ecco un esempio dei valori della scienza.