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Palermo, sciopero Ncc: autisti in piazza contro i decreti Salvini

Autisti NCC in piazza contro la riforma del settore voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Oggi e domani, la mobilitazione, organizzata da MuoverSì, una delle sigle più rappresentative delle auto nere, toccherà 12 città italiane tra cui Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze e Venezia. A Palermo circa 350 mezzi e 500 persone hanno protestato davanti la prefettura in via Cavour. Lo sciopero mira a bloccare i nuovi decreti attuativi, in particolare il Dm 226/2024, che introduce obblighi ritenuti penalizzanti e burocratici per il noleggio con conducente.

Dopo la pubblicazione di una circolare tecnica i primi di dicembre, la nuova normativa entrerà in vigore a inizio gennaio, con diverse novità duramente osteggiate dagli Ncc, tra cui il tempo di attesa obbligatorio di 20 minuti tra una corsa e l’altra, una misura definita “assurda e senza logica” dagli operatori NCC.

Inoltre, viene introdotto il Foglio di servizio elettronico, che obbliga gli NCC a comunicare al Ministero dei Trasporti (Mit) dati sensibili come tragitto e orari del servizio. Questo sistema, secondo i manifestanti, rappresenta un vero e proprio “dossieraggio di Stato”, lesivo della privacy dei clienti. Gli NCC chiedono un incontro con la premier Giorgia Meloni o, in alternativa, con il vicepremier Antonio Tajani. L’obiettivo è ottenere uno slittamento della riforma al 2026, così da affrontare il carico di lavoro del Giubileo con le attuali regole e preparare una riforma organica del settore.

La protesta infatti intende anche portare l’attenzione su un tema cruciale per il turismo, in vista del Giubileo 2025. Secondo un recente sondaggio di SWG, il 64% degli italiani ritiene infatti che l’attuale disponibilità di taxi e NCC sia insufficiente per gestire i flussi turistici previsti, con possibili impatti negativi sull’immagine del Paese.

Inoltre la stessa ricerca indica che quasi il 60% degli italiani chiede una maggiore diffusione degli NCC per migliorare gli spostamenti nelle città. Anche Uber Italia sostiene lo sciopero, definendo le nuove misure “allunga-code” perché aumenterebbero i tempi di attesa per i clienti e favorirebbero i taxi, non soggetti alle pause obbligatorie.

di Valeria Marrone

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