di Fabio Pace

Il Valdericino Pietro Morici aveva 27 anni quando il 13 giugno 1983 fu assassinato in un agguato mafioso in via Scobar, a Palermo. Con lui morirono sotto i colpi dei killer di Cosa Nostra l’appuntato Giuseppe Bommarito, 39 anni, originario di Balestrate e il capitano Mario D’Aleo, 39 anni, romano, principale obiettivo del commando di sicari: tre uomini a bordo di due motociclette giunsero sotto l’abitazione dell’ufficiale e lo freddarono mentre Bommarito e Morici, che lo attendevano, furono uccisi in auto. D’Aleo aveva sostituito nel ruolo di comandante della Compagnia di Monreale il capitano Emanuele Basile, ucciso tre anni, e dal quale ereditò le indagini sui traffici illeciti gestiti dalle famiglie mafiose di San Giuseppe Jato, Altofonte e Monreale. D’Aleo e i carabinieri della compagnia monrealese non arretrarono di un millimetro e colpirono gli interessi mafiosi anche tramite fermi e arresti, dimostrando di non essere condizionati dal potere mafioso. Per la strage di via Scobar sono stati condannati all’ergastolo, in quanto mandanti, Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Giuseppe Farinella e Nenè Geraci. Gli esecutori materiali sono invece stati individuati in Angelo La Barbera, Salvatore Biondino e Domenico Ganci. Pietro Morici, dopo aver frequentato la scuola Allievi Carabinieri a Roma e prestato servizio a Milano, nel 1976 giunse a Palermo e poi a Monreale dove divenne l’autista del capitano Basile, ruolo nel quale fu riconfermato dal nuovo comandante D’Aleo. L’amministrazione comunale di Valderice ha deposto una corona di alloro nella via intitolata ala giovane carabiniere. Dopo la messa nella chiesa Cristo Re, il sindaco Francesco Stabile e i presenti si sono recati in pellegrinaggio sulla tomba di Morici nel Cimitero comunale di contrada Ragosia.

La corona dell’Arma dei Carabinieri per Pietro Morici sulla tomba del cimitero di Ragosia, a Valderice, che accoglie le sue spoglie