Accogliendo il ricorso, presentato dall’avvocato Fabio Sammartano, il tribunale del Riesame di Palermo ha annullato il divieto di dimora nella provincia di Trapani per Mario Castelli, ex direttore di banca e presidente dell’impresa sociale Ires di Palermo, coinvolto nell’inchiesta sui corsi di formazione utilizzati, secondo la tesi accusatoria, come bancomat per finanziare le campagne elettorali. Personaggio chiave dell’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Trapani, l’ex senatore Antonio Papania. Mario Castelli era stato raggiunto dall’ordinanza emessa dal Gip di Trapani lo scorso mese di giugno ed eseguita dalla GdF ad ottobre.
Secondo la prospettazione accusatoria della Procura Europea di Palermo, Castelli sarebbe stato consapevole della provenienza illecita delle somme di denaro per un ammontare complessivo di oltre 50 mila euro, di cui 11.000 ricevute nel 2022 sul proprio corrente personale. Per il suo legale, però, i rapporti tra Cesifop, altro ente di formazione coinvolto nell’inchiesta, ed Ires sarebbero fondati sull’Accordo di Partnership del 15.07.2020 in forza del quale avrebbe avuto luogo un prestito dell’Ires versati sul conto personale di Filippo Tilotta, all’epoca legale rappresentante della Cesifop a cui avrebbe fatto seguito una restituzione del tutto legittima delle somme versate sul conto personale di Mario Castelli dalla Cesifop per il pagamento di debiti di natura contributiva della Ires. A riprova di ciò l’avvocato Sammartano ha prodotto ai giudici l’Accordo di partnership sottoscritto dai legali rappresentanti dei due Enti. “In definita – sostiene Sammartano – dal Riesame è emerso che Castelli ha anticipato ingenti somme di denaro dal patrimonio personale per sostenere l’ente di formazione Ires nell’esclusivo interesse dei corsisti ed altresì per la salvaguardia del livello occupazionale dei docenti impegnati ma non regolarmente retribuiti dal competente assessorato regionale”.