Un omicidio rimasto irrisolto per 22 anni. Poi la svolta con l’arresto del presunto assassino. Ora il processo. Lunedì mattina, infatti, dinnanzi alla Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Daniela Troja, comparirà Antonino Adamo, assistito dall’avvocato Piero Marino del Foro di Marsala, chiamato a rispondere del delitto del cognato: Benedetto Ganci che venne ucciso
la sera del 5 novembre 1998, nelle campagne di Fulgatore. Lei indagini sul’omicidio diventato un vero e proprio giallo vennero riaperte quando una delle figlie della vittima, nell’agosto 2020 si era rivolta al comandante della stazione carabinieri di Salemi raccontando di avere dei sospetti sul presunto autore. Ganci era stato attirato in campagna dove venne colpito, con ferocia, con paletti in cemento al volto e al capo. Le intercettazioni e l’incrocio delle dichiarazioni rese soprattutto dai componenti del nucleo familiare hanno permesso agli inquirenti, nonostante il tempo intercorso, di raccogliere gravi indizi nei confronti del cognato che venne arrestato dai carabinieri. L’uomo avrebbe covato per diversi anni rancore verso la vittima in quanto, secondo gli investigatori, “Ganci, intuendo le morbose attenzioni, anche di natura sessuale, mostrate da Adamo nei confronti delle sue figlie, lo avrebbe redarguito in più occasioni intimandogli di restare lontano dalle nipoti, in particolare da una ragazza che all’epoca dei fatti era ancora minorenne”.