Manca il Bilancio al Comune di Trapani e, com’è noto, tanti servizi ritenuti non essenziali sono stati sospesi.
Tra questi, l’erogazione del servizio mensa nelle scuole che, ovviamente, ha causato non pochi disagi a genitori e studenti trapanesi. Ne abbiamo parlato con Astrid Di Pasquale che, in questo caso, ha una doppia veste: quella di segretaria del circolo trapanese del PD e quella di genitore.
In queste settimane tanti servizi comunali sono stati sospesi, tra cui la mensa scolastica. Cosa sta succedendo?
Fino al 15 marzo, l’Amministrazione è in esercizio finanziario provvisorio. Questo determina la possibilità di effettuare solo spese urgenti e indifferibili. Il servizio mensa, non rientrando in questa categoria, è stato momentaneamente sospeso. Altri servizi, invece, hanno visto ridotta la periodicità (ad esempio la consegna dei voucher che, però, non sono stati mai sospesi).
Per ovviare a questo disagio, sono state proposte varie soluzioni. Quali? Ma soprattutto: sono delle vere soluzioni che vanno incontro a tutti?
Innanzitutto va posta l’attenzione sul fatto che, qualunque sia la ragione che ha determinato la sospensione del servizio mensa, a farne le spese sono i piccoli e le loro famiglie. Non è un tema di lana caprina, chi sceglie il tempo prolungato a scuola lo fa organizzando su di esso il proprio ménage familiare, ivi compresa la possibilità per tante mamme di accettare impieghi a tempo pieno. E questo dovrebbe portare tutti gli attori sociali e le parti politiche a collaborare al fine di risolvere il problema nel solo interesse dei più piccoli.
Amministrazione Comunale e Dirigenti hanno ricevuto la proposta della ditta che ha il contratto con il Comune per la fornitura del servizio per la prosecuzione dello stesso nelle more della sospensione. La proposta prevede una convenzione con i dirigenti scolastici e il passaggio ad un rapporto diretto con i genitori tramite l’acquisto di voucher. La stessa ditta ha offerto anche di provvedere una percentuale per le famiglie che il Comune indicherà in stato di indigenza, in base al numero di prevendite. Ma risulta evidente che tale proposta è sottomessa al numero di adesioni che registrerà la ditta. Alcuni genitori, in considerazione dei tanti pareri legali che è possibile reperire (che affermano come la fruizione della mensa scolastica nei casi del tempo prolungato sia da considerarsi una facoltà che attiene all’autodeterminazione delle famiglie e dei bambini e non un obbligo) chiedono di potersi autodeterminare.
Qual è la posizione dei genitori in tal senso e cosa si chiede, da un lato all’Amministrazione e dall’altro ai dirigenti delle cinque scuole del territorio in cui è presente questo servizio?
Rivesto il doppio ruolo di mamma e di dirigente di partito. Da mamma di una bambina di 10 anni, credo che troppe volte i più piccoli abbiano subito le disfunzioni al servizio mensa e non sempre per responsabilità addebitabili all’Amministrazione Comunale. I genitori stanno chiedendo ai Dirigenti la possibilità, in questo momento di sospensione del servizio, di poter provvedere alla consegna di un pasto caldo per il figlio non solo la mattina, come avviene per ora, ma anche in una finestra oraria più vicino al pranzo. E, come detto, di potersi autodeterminare.
Come Segretaria del PD mi sono attivata per mettere mano, insieme al gruppo consiliare e agli organismi, a delle proposte per la maggioranza che vadano verso una risoluzione del problema seguendo buone prassi già sperimentate in altri Comuni. La scuola pubblica é un luogo fondamentale di crescita, formazione e socializzazione e va potenziata.