Operazione Eirene, fissata l’udienza preliminare

Potrebbe segnare una svolta clamorosa nella lotta ai presunti legami tra mafia e politica nel Trapanese, l’udienza preliminare dell’operazione Eirene fissata per il 25 febbraio innanzi al tribunale di Palermo. Il giudice dovrà pronunciarsi sulle tredici richieste di rinvio a giudizio, avanzate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che coinvolgono nomi di spicco della politica locale e figure di primo piano della criminalità organizzata.

Tra gli indagati spiccano Nino Papania, ex senatore, e Pasquale Perricone, ex vicesindaco di Alcamo. L’accusa, sostenuta dal pm Piero Padova, contesta reati pesantissimi: associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso. Tra gli imputati figura anche il presunto boss di Alcamo, Giosuè Di Gregorio, ritenuto il fulcro di un sistema di scambi illeciti tra clan e politica.

Secondo le indagini, l’ex senatore Papania, attualmente detenuto, avrebbe stretto un patto con il boss Di Gregorio, attraverso la mediazione di Perricone. L’accordo, finalizzato alle elezioni regionali del 2022, avrebbe garantito un pacchetto di voti per Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato dallo stesso Papania. In cambio, il capomafia avrebbe ricevuto una cospicua somma di denaro.

L’operazione Eirene, condotta dai Carabinieri del Ros, ha scoperchiato quello che gli inquirenti definiscono un sistema di connivenze pericoloso tra politica e mafia, un legame duro a morire nonostante l’incalzare della magistratura e delle forze dell’ordine.