A Trapani la Tari più alta d’Italia

di Mario Torrente


Ultimi nelle classifiche sulle qualità della vita, primi invece per quanto si paga di tassa sui rifiuti. Questa è la fotografia che viene fuori dalla varie indagini statiche fatte puntualmente da quotidiani e centri studi, l’ultimo da parte del servizio lavoro e coesione della Uil. Nella top ten delle dieci città più care d’Italia per il pagamento della Tari svetta Trapani, dove mediamente una famiglia di quattro persone che vive in una casa di ottanta metri quadrati paga 493 euro e 90 centesimi l’anno. Praticamente quasi cinquecento euro. L’importo più alto d’Italia, cento euro in più della media nazionale che si attesta a 306 euro. Ma ci sono città dove si paga molto meno, come Potenza, a cui va il primato del Comune con la tassa dei rifiuti più bassa, appena 133 euro. E con le last ten della lista tutte sotto le duecento euro. C’è anche da dire, ad onore del vero, che dal 2019 al 2020 la tassa dei rifiuti a Trapani è scesa del 10 per cento come evidenziato nello studio del servizio lavoro e coesione della Uil. Prima, con gli aumenti introdotti a suo tempo dal commissario Messineo, era ancora più cara, nel 2018 a ben 660 euro. Con l’arrivo dell’amministrazione Tranchida la Tari è andata diminuendo sempre più, nel 2019 del 16 per cento e nel 2020 nel 10,2 come riportato dalla Uil. Ed un’altra riduzione, ancora da quantificare, dovrebbe scattare quest’anno. L’esecutivo di Palazzo D’Alì guidato dal sindaco Giacomo Tranchida punterebbe infatti a tornare alle tariffe in vigore prima del commissario, mediamente attorno alle 430 euro. Restando pur sempre molto al di sopra della media nazionale. Come ovvio, tra i parametri in gioco che potrebbero fare scendere la Tari c’è anche la percentuale di raccolta differenziata raggiunta. In base ad un altro studio fatto lo scorso novembre da “Cittadinanza attiva”, Trapani sarebbe invece al terzo posto nella graduatoria nazionale. Fermo restando che sia la Uil che “Cittadinanza Attiva” hanno comunque certificato la diminuzione in questi ultimi due anni. Questi conteggi, come ovvio, vengono sempre fatti in riferimento alle utenze domestiche con un nucleo familiare di quattro persone, un appartamento di 100 metri quadri ed un Isee che non supera i 25 mila euro. Ed al netto degli sgravi. Chi conferisce nell’isola ecologica del lungomare Dante Alighieri può infatti beneficiare di sconti, che però sono legati al nucleo familiare ed al peso raggiunto, ponderato in base alle percentuali previste dal Comune. Ad esempio una famiglia di due persone, se raggiunge il quantitativo richiesto, può beneficiare di uno sconto di cento euro. Si tratta di un importo fisso, mentre prima dell’avvio del porta a porta si poteva arrivare a risparmiare fino al cinquanta per cento della Tari. Ed infatti in precedenza questi sgravi pesavano sul bilancio comunale per circa tre milioni di euro, oggi invece attorno alle 800 mila euro. Davanti alla rimodulazione degli sgravi molti cittadini trapanesi hanno infatti rinunciato a conferire nel Ccr, visto che comunque c’è da raggiungere una soglia di peso, per tipologia di rifiuti, piuttosto alta. A fronte di un risparmio ben al di sotto del dimezzamento della Tari che c’era prima dell’avvio della raccolta differenziata porta a porta. Ma sulla bilancia dei costi incidono anche le somme per togliere tutti i rifiuti e gli ingombranti lasciati incivilmente per strada e delle aree pubbliche, andando a formare delle discariche abusive a cielo aperto. E per pulire e bonificare il tutto il Comune di Trapani spende ogni anno circa un milione di euro. Quando il totale della spesa prevista per il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, quindi porta a porta, pulizia delle strade ed altre voci, ammonta a circa per sette milioni di euro. Di cui un milione viene speso per rimediare ai danni, che possono avere anche ripercussioni di carattere igienico-sanitario, causati da chi non rispetta l’ambiente e la legge. Comportamenti incivili e illegali che gravano sui cittadini attraverso il pagamento della Tari. Che resta tra le più alte d’Italia anche perché c’è da ripulire dove altri hanno sporcato. Soldi che si potrebbero risparmiare tranquillamente semplicemente rispettando le regole e l’ambiente.