“Il caffè al necroforo”, due arresti a Trapani

A Trapani, per ottenere una sepoltura rapida al cimitero comunale, bastava “offrire un caffè al necroforo”. Una cifra in realtà ben più consistente, in cambio della possibilità di saltare le lunghe liste d’attesa e garantirsi un loculo in tempi record. Dietro questo eufemismo, si celava un vero e proprio tariffario illecito gestito da colui che gli investigatori hanno definito “il padrone del camposanto”, ossia l’ex necroforo, Mario Pizzurro, arrestato all’alba di oggi assieme ad un suo fidato collaboratore: Emanuele Renato Grimaudo.

Cinque le misure cautelari eseguite dalla Polizia, che ha scoperchiato un sistema inquietante di corruzione e concussione al centro del quale ruotavano dipendenti infedeli, imprenditori compiacenti e persino un medico legale dell’Asp. Sono 18 le persone indagate.
Il medico, Paolo Meduri, in particolare, è accusato di aver falsamente certificato la decomposizione dei cadaveri o di aver omesso i dovuti accertamenti, facilitando così le manovre illecite del necroforo. Tre imprese di onoranze funebri, ritenute coinvolte, sono state raggiunte dal divieto temporaneo di esercizio. Destinatari del provvedimento: Vito Dolce, già presidente della Sau, l’ex municipalizzata del trasporto urbano a Trapani, Vito Polisano e Giuseppe Colletta.

Il necroforo gestiva ogni aspetto delle sepolture: in cambio di denaro, garantiva posti nei loculi comunali, eseguiva estumulazioni anticipate, elargiva favoritismi alle agenzie funebri “amiche” e persino faceva murare tombe private con manodopera irregolare, bypassando le imposte comunali. Tra le pratiche più gravi, anche il riutilizzo dei fiori prelevati dalle tombe e rivenduti da fiorai segnalati da lui stesso. Non mancavano episodi di sciacallaggio: l’uomo avrebbe sottratto oggetti preziosi dalle salme, arricchendosi personalmente.
Le indagini sono partite nel luglio 2023, grazie alla denuncia di un dirigente comunale, che aveva segnalato atteggiamenti ostruzionistici del necroforo nei confronti della ditta incaricata ufficialmente della gestione cimiteriale. Da lì, la Squadra Mobile ha ricostruito un quadro dettagliato di illeciti e abusi che, secondo gli investigatori, andavano avanti da anni. Mario Pizzurro, dipendente comunale, che nel frattempo era stato trasferito a svolgere il servizio di accalappiacani, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Stesso provvedimento è stato adottato per Emanuele Renato Grimaudo. (L.TO)