La “tassa rifiuti” in Sicilia è sopra la media nazionale

di Serena Giacalone

Durante l’ultimo convegno sui rifiuti di Federconsumatori Sicilia, al quale hanno partecipato questa mattina anche gli esponenti nazionali dell’associazione, la Cgil, Legambiente, l’ARERA, l’ANCI e il Comune di Palermo, si è sottolineato l’importante ruolo del coinvolgimento delle istituzioni locali, delle forze sociali, delle associazioni e dei cittadini nella progettazione dei piani relativi ai rifiuti.

Il convegno è stato l’occasione per presentare il 14° Report Nazionale di Federconsumatori su “Servizi e tariffe rifiuti”, che fa il punto sugli importi della TARI nei Comuni capoluogo di regione italiani, compresi quelli dell’isola. Ma è stato anche un momento d’incontro e di confronto tra tutti i portatori di interessi che non sono stati interpellati durante la stesura del piano rifiuti regionale.

Un incontro che ha visto una revisione delle priorità del piano rifiuti, uniformandole a quanto prevede il diritto europeo e nazionale: l’inceneritore non è la priorità, ma l’ultima spiaggia insieme alla discarica. Le vere priorità sono gli impianti per il recupero della materia presente nei rifiuti e una differenziata spinta, possibilmente con applicazione della cosiddetta tariffa “puntuale”. Cioè quella tariffa che viene modulata in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, stimolando il cittadino utente a differenziare il più possibile i suoi rifiuti al fine di pagare una TARI inferiore.

Tariffa che, come dimostrano i dati del report di Federconsumatori, in Sicilia è sopra la media nazionale con la punta record di Catania, capoluogo italiano con la TARI più alta in assoluto.