Trapani, al Museo San Rocco un confronto tra arte e fede

La Chiesa è dentro o fuori il “sistema dell’arte”? Un interrogativo che attraversa i secoli, ma che oggi torna con forza nel contesto contraddittorio e sfaccettato del panorama contemporaneo.

È questo uno dei temi al centro del dialogo che si è svolto ieri al Museo diocesano di arte contemporanea e Oratorio “San Rocco” di Trapani. Qui, ieri sera, il direttore don Liborio Palmeri ha accolto due nomi di rilievo della critica italiana: Francesco Poli e Bruno Corà.

Due figure diverse ma complementari. Poli, storico dell’arte e docente, attivo tra Torino, Parigi e Milano, con una solida impronta accademica. Corà, critico e curatore, presidente della Fondazione Burri e protagonista di numerose esperienze museali in Italia e all’estero. A unirli, una visione aperta e lucida sul mondo dell’arte contemporanea, in cui la dimensione spirituale può ancora giocare un ruolo. Ma a patto di sapersi confrontare con i linguaggi e le inquietudini del presente.

La conversazione si è svolta alla presenza del Comitato per i Beni Culturali Ecclesiastici e per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, in visita a Trapani con il direttore don Luca Franceschini. Un’occasione per riflettere sui grandi temi. Ma non solo. Perché si è parlato anche sulle esperienze locali: come quella del Museo “San Rocco”, che da anni propone una lettura inedita del rapporto tra arte e fede attraverso esposizioni, installazioni site-specific e produzioni originali.

Un esempio emblematico è la Cappella del Cristo Danzante, recentemente rinnovata con i nuovi luoghi liturgici e la pavimentazione firmati dall’artista Marco Papa. Un intervento che unisce estetica e funzione, gesto artistico e rito, inaugurato in occasione di una celebrazione presieduta dal vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli.

L’incontro ha mostrato come anche realtà apparentemente marginali, come i piccoli musei ecclesiastici di provincia, possano ritagliarsi un ruolo significativo nella rete dell’arte contemporanea, se capaci di farsi luogo di pensiero e di confronto. Non semplici contenitori, ma spazi in cui la bellezza e la spiritualità si incontrano senza nostalgie, ma con lo sguardo rivolto al futuro.