di Chiara Conticello
“Casa Nostra non è Cosa Nostra”. È questo il grido che ieri echeggiava nello spazio di ingresso al parco di via Salemi, dove nei giorni scorsi uno dei murales realizzati era stato preso di mira da ignoti. Ad essere vandalizzato è stato il murales che rappresenta i magistrati palermitani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dove la scritta “Casa Nostra” è stata modificata in “Cosa Nostra”. Ma non solo: perché lo scorso 25 maggio gli artisti di Wushu Studio avevano anche dipinto, con i colori dell’arcobaleno, una panchina. Un messaggio importante, quindi, rivolto al mondo LGBT. Qualche giorno dopo, però, sono comparse delle scritte omofobe.
Ma il gesto non è passato inosservato. Tant’è che ieri mattina, gli organizzatori del progetto, insieme alle istituzioni e ad alcuni studenti delle scuole della zona, si sono uniti per coprire queste scritte e lanciare un messaggio a chi le ha realizzate.
Presenti anche il sindaco di Trapani, insieme ad alcuni assessori e consiglieri comunali, e il prefetto Daniela Lupo che ha voluto lanciare un messaggio a tutti i presenti.
«Questo spazio è dedicato, prima di tutto, ai ragazzi e ai bambini – ha detto il prefetto. Valorizzare gli spazi è una cosa bella e ancor più bello è vivere dove si può respirare aria pura. Questa è la finalità di tutto ciò: non un indice puntato ma un modo di stare insieme e valorizzare quello che si ha, tutti insieme. Perché anche sporcare e scrivere frasi non consone è ugualmente un atto di prefazione e di ridurre gli spazi di libertà. Noi lavoriamo, a diverso titolo, affinché la libertà venga garantita a tutti. E dipingete nuvole e sole dove ci sono scritte che non sono compatibili con disegni e con l’arte che sono qui raffigurate».