Squali e razze del Mediterraneo a rischio di estinzione: l’allarme del Wwf

La mappa degli hotspot tracciata dal Wwf in occasione della Giornata mondiale dedicata alla specie a rischio estinzione.

Più della metà delle 86 specie di squali e razze presenti nel Mare Nostrum sono a rischio di estinzione, principalmente a causa della cattura accidentale durante le attività di pesca. Eppure, questi animali svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio dell’ecosistema marino.

Gli squali predatori apicali sono fondamentali per mantenere l’equilibrio della rete alimentare, mentre le razze e le mobule contribuiscono al trasferimento di nutrienti ed energia tra le profondità marine e i livelli superficiali, a beneficio dell’intera biodiversità marina.

L’allarme arriva dal Wwf in occasione della Giornata mondiale dello squalo – Shark Awareness Day del 14 luglio, evidenziato nel report “Italia: 16 hotspot per salvare squali e razze”. Quattro dei quali quattro sono nelle acque siciliane.

 Le Isra (Isra, Important Shark and Ray Areas) sono aree identificate da un gruppo di esperti internazionale e designate dall’Iucn per fornire ai decisori politici e ad altre parti interessate le conoscenze necessarie per l’attuazione di un’adeguata strategia di conservazione basata sulla gestione dello spazio marino. Queste aree sono state identificate sulla base di 4 principali criteri concepiti per considerare i complessi comportamenti, l’ecologia e le esigenze biologiche degli squali e razze: le Isra includono quindi aree importanti per riproduzione, alimentazione, aggregazioni, migrazioni, oppure aree che ospitano specie a rischio di estinzione, o ancora aree che ospitano una elevate diversità di squali e razze.

Ad esempio, nel mar Adriatico sono presenti 6 Isra, fondamentali per la riproduzione di specie minacciate come lo spinarolo e il palombo. Mentre l’intero Canale di Sicilia è stato identificato come Isra per la diversità di specie ospitate: più di 32, come lo squalo grigio, lo squalo bianco, il mako, ma anche specie di razze come l’aquila di mare. Mar Ligure e Sardegna nord-orientale ospitano invece aree essenziali per l’alimentazione di grandi elasmobranchi filtratori come lo squalo elefante e la mobula, per la quale anche lo Stretto di Messina è un’importante area di transito. La più piccola Isra, il Banco di Santa Croce, occupa solo 0.13 km quadrati mentre la più grande, la Isra Stretto di Sicilia e Plateau tunisino si estende per 219.913 km quadrati.

Serena Giacalone