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Un presepe di parole

“La poesia ci serve disperatamente”. Recitava così un murales in un vicolo di Palermo pochi anni fa. Ed è proprio alle frasi poetiche più ispirate del novecento che Marco Nereo Rotelli affida il suo messaggio di pace e fratellanza, di celebrazione del Natale. Una installazione coinvolgente, anzi avvolgente che trasforma l’edificio del Blackett San Domenico di Erice, una delle sedi della Fondazione Ettore Majorana, che produce l’opera, in un luogo che è Presepe, “Un presepe di parole”, appunto. Rotelli, architetto veneziano, da 3 decenni gioca con la luce e i versi.

Nella seconda metà degli anni 90 con una sua installazione ha celebrato il teatro la Fernice di Venezia allora appena distrutto da un incendio, poi lo troviamo a Parigi e ancora a New York e a Seul. Sempre con lavori molto diversi tra loro ma con un filo conduttore preciso, la luce, la poesia e la bellezza. È di questi giorni il suo lavoro che celebra gli 80 anni dalla strage di S.Anna di Stazzema nell’ambito della quale l’artista ha trasformato il paese in una stella, invitando i poeti italiani e tedeschi ad unirsi in coro alla ricerca di una via per la pace.

Qui a Erice, città della scienza per la pace, Rotelli ha preso in prestito i versi di Salvatore Quasimodo, di Ezra Pound, di Alda Merini, Gabriele D’annunzio, Mario Luzi e Arthur Rimbaud, con l’auspicio che queste frasi ci aiutino a scavare nel nostro io più recondito alla ricerca di noi stessi e di quella pace che, oggi più che mai, ci è necessaria.

L’opera un presepe di parole è inserita nella kermesse promossa dall’Amministrazione comunale di Erice “Il borgo dei presepi” e sarà visibile fino al 6 di gennaio.

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