di Mario Torrente
La dove c’era il bosco ora c’è… il nulla! Ecco cosa rimane dell’area demaniale di Martogna andata a fuoco lo scorso 5 maggio. Gli alberi bruciati sono stati tagliati e quello che fino a pochi mesi fa era un bellissimo polmone verde alle pendici di Monte Erice, ad un tiro di schioppo dal centro urbano di Casa Santa e Trapani, adesso è scomparso. Resta solo la parte alta del bosco, l’unica zona verde rimasta assieme a qualcosa sparsa qua e là a macchia di leopardo.
Qualche albero bruciato ha ancora un po’ di chioma verde e per vedere se sopravviverà o meno ci vorrà del tempo. Quelli invece del tutto carbonizzati, ormai scheletri senza vita, sono stati tagliati per mettere in sicurezza l’area e scongiurare il pericolo caduta alberi. Queste piante avevano più di 40 anni. Alcuni attorno al mezzo secolo. Vennero piantate negli anni Settanta nell’ambito di un progetto, a cui collaborò a che il Centro Ettore Maiorana, per contrastare il rischio idrogeologico e quindi frane e smottamenti del terreno che adesso, dopo l’incendio di otto mesi fa, si è ritrovato senza la preziosa opera di ancoraggio delle radici degli alberi.
Al danno ambientale per il venir meno di mezzo bosco si sommano dunque pure gli aspetti legati alla preziosa opera degli alberi, che oltre a dare ossigeno in cambio di anidride carbonica svolgono, assieme a tutto il sottobosco, una fondamentale azione di drenaggio delle acque piovane. E questa essenziale “opera” di ingegneria idraulica, che si trova sopra il centro abitato e la strada per Erice, oggi ha smesso di funzionare. Nella sua parte bassa e centrale non ci sono più alberi. Solo una grande area vuota con attorno altri alberi bruciati. Ed ogni tanto qualche “ciuffo” verde.
A questo punto cosa si farà? Si cercherà di ripristinare il bosco, con un’opera di riforestazione, oppure una volta tagliati gli alberi bruciati e messo tutto in sicurezza, si lascerà Martogna così? Quando invece l’intero versante da Sant’Anna al Castellazzo, passando per Martogna, potrebbe diventare una grande conca verde. In piena montagna ma ad un tiro di schioppo dalla città. E non ci vuole chissà cosa per riuscirci. Basta semplicemente piantare alberi e fare un po’ di manutenzione. Lasciando fare il suo corso a Madre Natura. E fermando la devastazione degli incendi. Perché dove passa il fuoco resta il nulla. E il nulla comincia ad essere davvero troppo. Adesso sarebbe il caso di iniziare a dare risposte concrete in materia di ambiente. E a Monte Erice, nei decenni devastato dai roghi, si potrebbe iniziare proprio da Martogna.
I precedenti articoli pubblicati dopo l’incendio a Martogna