Agrigento è ufficialmente Capitale Italiana della Cultura 2025, un riconoscimento che celebra la ricchezza storica e culturale della città siciliana, nota per la maestosità della Valle dei Templi. L’annuncio è stato dato a Roma, con la partecipazione dell’assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato, che ha evidenziato l’importanza del patrimonio multiculturale di Agrigento, frutto di influenze greche, romane, arabe e normanne. Durante la conferenza è stato presentato il programma delle iniziative. In scaletta vi sono 44 progetti, alcuni offerti dal Parco della Valle dei Templi, dalla Curia, dall’Università di Palermo, dal Fai Fondo ambiente italiano, e da tanti altri che da due anni collaborano.
Il progetto per il 2025 non si limita alla Valle dei Templi, ma punta a valorizzare anche siti meno noti come il teatro antico, le abitazioni storiche e le ville d’epoca. L’eredità greca, romana, araba e normanna si riflette nei monumenti, nei templi e nelle ville antiche, che emergono dal passato per raccontare storie di un tempo che non si è mai davvero interrotto.
“Questo titolo non premia solo Agrigento, ma un intero percorso di riscoperta e valorizzazione della Sicilia”, ha affermato Scarpinato. “Sarà un anno bellissimo, in cui mostreremo al mondo il nostro lavoro e il sogno di una Sicilia contemporanea che non dimentica il suo passato ma guarda al futuro”.
Tuttavia, non mancano le critiche. Errori come un cartello turistico mal realizzato e sgrammaticato che l’Anas, dopo lo sgomento dei girgentini, ha prontamente rimosso e il degrado del Teatro Luigi Pirandello, simbolo dell’inaugurazione, hanno sollevato polemiche. Qualche giorno fa, infatti, durante un concerto jazz, infiltrazioni d’acqua hanno danneggiato il palco, evidenziando la necessità di interventi strutturali.
Troppi e tanti errori che secondo le accuse delle parti politiche avverse incapperebbero in una mala gestione dell’amministrazione locale che in 7 anni dalla nomina di Agrigento a Capitale della cultura non ha saputo dare concretezza all’ambito titolo e che, soprattutto, sollevano punti interrogati.
Sabato prossimo, l’attenzione sarà puntata sulla cerimonia inaugurale. Riuscirà Agrigento a salvare la faccia o il teatro simbolo di questa avventura sarà ricordato per la pioggia caduta sui suoi artisti? Una cosa è certa: la città deve dimostrare di essere all’altezza del titolo, e il tempo delle scuse è ormai scaduto.
di Valeria Marrone