Trapani. L’omicidio di via Catito, la donna confessa: “Mi sono difesa”

Uno dei primi a soccorrere Giovanni Anguzza, 65 anni, ex agricoltore in pensione, è stato il titolare di un bed and breakfast vicino a quello dell’accoltellamento.

Via Catito, Trapani. Sono le quattro del mattino di venerdì. La strada è immersa nel silenzio, avvolta nel buio. Nessuno in giro. A spezzare la quiete, improvvisamente, sono le urla provenienti da una camera della struttura ricettiva.

Scatta l’allarme. Nel giro di pochi minuti arrivano la polizia e un’ambulanza. Anguzza è riverso a terra, sanguinante, con una profonda ferita all’addome. “Mi ha aggredito un extracomunitario”, sussurra con un filo di voce mentre viene caricato sull’ambulanza. Ma il suo cuore cede poco dopo l’arrivo in ospedale.

Mentiva. Gli agenti impiegano poco a smontare la sua versione. Le telecamere della zona rivelano la verità: nessun aggressore sconosciuto, nessuna fuga precipitosa. Le immagini mostrano Anguzza mentre, barcollante, esce dal B&B per poi accasciarsi sull’asfalto.

La realtà è ancora più inquietante. A ferirlo a morte sarebbe stata la sua amante, un’agente di commercio originaria di Macerata. “Mi sono difesa” – avrebbe confessato agli inquirenti – “Ha abusato di me, l’ho colpito con un coltello da cucina”.

I due si erano conosciuti un mese prima, dando inizio a una relazione tempestosa, segnata – secondo la versione della donna – da abusi e violenze. La sua posizione è ora al vaglio della magistratura.