Vicenda Bulgarella, lo sdegno dell’Onorevole Oddo

Due interrogazioni parlamentari riaccendono i riflettori sulla vicenda dell’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella. Le interrogazioni, indirizzate al ministro dell’Interno e al ministro dell’Economia e delle Finanze, portano la firma della senatrice Emma Pavanelli del Movimento Cinque Stelle e dell’onorevole Davide Faraone di Italia Viva. I due parlamentari chiedono se siano ancora attive segnalazioni o provvedimenti che impediscono a Bulgarella di accedere ai servizi bancari e finanziari, nonostante l’imprenditore sia stato prosciolto da ogni accusa.

Insomma: la politica si è attivata, a differenza delle Procure. E sulla vicenda Bulgarella è intervenuto anche l’onorevole Nino Oddo.

Di seguito, la nota inviata alla stampa dall’onorevole Oddo.

«La vicenda di Andrea Bulgarella grida vendetta e suscita sdegno. Oltre un anno fa, l’imprenditore trapanese ha presentato un esposto-denuncia in due procure, inviandone copia anche alle massime autorità dello Stato. Un documento che citava fatti e circostanze, corredati da nomi, in grado di evidenziare la contiguità tra mafia, politica e una parte della magistratura in questo territorio negli ultimi venticinque anni.

Una lettura che faceva letteralmente saltare dalla sedia.

Nella terra del “Si dice” e del “Non faccio nomi”, finalmente un protagonista ha avuto il coraggio di esporsi e denunciare apertamente.

A questo punto restano due possibilità: o Bulgarella ha mentito — ma in tal caso sarebbe stato sommerso dalle querele.
Oppure Bulgarella ha detto la verità. E allora, dopo tutto questo tempo e i necessari riscontri, ci saremmo aspettati provvedimenti seri da parte delle autorità competenti.

E invece, silenzio assoluto.

Così, le commemorazioni annuali per gli anniversari delle stragi di mafia finiscono per assumere il sapore amaro della retorica. Perché, nonostante Matteo Messina Denaro sia stato ridotto in cenere e nonostante l’antimafia sia formalmente in servizio permanente effettivo, questa continua a essere la terra in cui resta valido il detto gattopardesco: tutto cambia, perché nulla cambi».