Carmelo Bonetta, reo confesso dell’omicidio, è stato condannato dal Tribunale di Marsala con il rito abbreviato.

di Fabio Pace

Il tribunale di Marsala, giudice Francesco Parrinello, ha condannato Carmelo Bonetta a 30 anni di carcere per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, assassinata la notte tra il 16 e 17 marzo dello scorso anno. Bonetta, 35 anni, reo confesso, è stato giudicato, dietro sua richiesta con il rito abbreviato. Fu lo stesso Bonetta a indicare il luogo in cui fu abbandonato il corpo della vittima, un vigneto in contrada Sant’Onofroio, nelle campagne marsalesi. La sentenza giunge solo oggi dopo diversi rinvii. Alcuni causati dalle condizioni di salute dell’imputato e da ultimo per il fermo della attività giudiziaria causato dalla emergenza sanitaria. Il giudice Parrinello ha accolto la richiesta del PM Maria Milia che aveva chiesto 30 anni di carcere e non ha accolto neppure la richiesta di concessione delle attenuanti generiche. Corresponsabile dell’omicidio sarebbe Margareta Buffa, 30 anni, imputata davanti alla corte d’Assise di Trapani con il rito ordinario, il cui processo è in corso. Secondo la ricostruzione degli investigatori i due insieme avrebbero ucciso Nicoletta Indelicato. Bonetta e Buffa già nel corso delle indagini preliminari si sono accusati a vicenda di avere ucciso Nicoletta. Bonetta affermando di avere inferto della coltellate alla vittima ma specificando che i colpi mortali sarebbero stati dati per mano di Margareta che poi avrebbe anche tentato di bruciare il cadavere; quest’ultima puntando l’indice contro Bonetta attribuendo solo a lui la morte di Nicoletta. Nel dispositivo di condanna di Carmelo Bonetta si possono leggere anche le pene accessorie: interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale per tutta la durata della condanna. Infine una disposizione che riguarda l’arma del delitto: la confisca definitiva del coltello con cui è stata uccisa Nicoletta e la sua distruzione. Un passaggio, se si vuole, solo formale, poiché l’arma potrà essere distrutta solo quando la sentenza passerà in giudicato definitivamente. Tuttavia questo passaggio suscita, in chi non è un esperto giurista, qualche perplessità. In teoria Bonetta e il suo difensore potrebbero non appellarsi e la sentenza di condanna passare in giudicato tra qualche mese, rendendo possibile la distruzione di un reperto di prova mentre è in corso l’altro processo in corte d’assise, in cui l’arma del delitto è la medesima.