Diventa sempre più concreta l’ipotesi che l’affondamento del peschereccio Nuova Iside al largo tra le coste di San Vito Lo Capo e l’isola di Ustica sia stato provocato da una collisione con una nave. La Procura della Repubblica di Palermo ha disposto il sequestro nel porto di Augusta della “Vulcanello” una petroliera che nella notte tra il 12 e il 13 maggio incrociava nello stesso tratto di mare in cui navigava il Nuova Iside. Una decisione che potrebbe essere conseguente al sequestro, operato qualche giorno fa del Voyage Data Recorder o Registratore dei Dati di Viaggio, in pratica la scatola nera della nave. Dai dati sarebbe emerso che petroliera e peschereccio abbiano navigato su rotte compatibili ad una possibile collisione. I PM palermitani hanno chiesto ai carabinieri del RIS di Messina, che stanno già lavorando su alcuni relitti del peschereccio recuperati durante le ricerche, di operare una serie di accertamenti tecnici irripetibili sulla petroliera. Gli inquirenti vogliono capire se materialmente ci sia stata una collisione tra i due natanti o se il peschereccio, pur senza essere speronato possa aver perso stabilità sull’onda provocata dalla petroliera e imbarcato acqua al punto da provocarne il capovolgimento. Il Nuova Iside, aveva lasciato gli ormeggi dal porto di Terrasini e navigava con con tre uomini di equipaggio a bordo: il comandante Matteo Lo Iacono, il figlio Vito e il cugino Giuseppe. Matteo e Giuseppe Lo Iacono sono stati recuperati morti in mare, il copro di Vito risulta ancora disperso. L’ipotesi dello speronamento è stata avanzata fin da subito dalle famiglie delle vittime e dal loro legale. Nella notte del naufragio il mare era calmo e la navigazione del tutto sicura, rispetto alle condizioni metereologiche.