È iniziato ufficialmente il restauro del Sacro Gruppo de “La Separazione”, affidato al ceto degli orefici.
Questa mattina, il simulacro ha lasciato la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio per essere trasferito nella vicina Chiesa di San Giuseppe, in via Garibaldi, dove rimarrà per tutta la durata dell’intervento di manutenzione straordinaria.
Il restauro, affidato alla ditta “Partenope Restauri” diretta dalla dottoressa Elena Vetere, avrà una durata stimata di circa otto mesi.
Non è la prima volta che il gruppo di restauratori napoletani lavora su opere legate ai Misteri: nel tempo ha già firmato importanti interventi su altri Sacri Gruppi trapanesi.
La particolarità dell’intervento sarà anche la sua apertura al pubblico.
Per un giorno a settimana, infatti, il cantiere sarà accessibile – in forma controllata – a fedeli, cittadini, turisti e curiosi che vorranno assistere da vicino al lavoro dei restauratori.
Un’occasione rara per vedere all’opera chi, con precisione e competenza, si occupa della conservazione di uno dei patrimoni identitari più profondi della città.
Grande la soddisfazione espressa dal capo console Bartolo Monteleone, che ha ringraziato il Consiglio di Amministrazione, i consoli e tutti i collaboratori che hanno reso possibile questo importante traguardo. Un ringraziamento condiviso anche dal responsabile dei devoti, Vito Bosco, che ha voluto sottolineare l’impegno dei più giovani nel trasporto straordinario del gruppo verso la nuova sede.
Non è mancato il sostegno dell’Unione Maestranze, in particolare del presidente Giovanni D’Aleo, del vice presidente Emanuele Salvatore Barbara e di Giuseppe Ingardia, che hanno coordinato le delicate fasi logistiche dello spostamento.
Un ringraziamento speciale è stato rivolto anche a Padre Gaspare Gruppuso per la disponibilità ad accogliere il gruppo nella chiesa di San Giuseppe.
Infine, i consoli hanno voluto esprimere gratitudine a quanti – amici, appassionati, aziende e sponsor – hanno contribuito con il loro sostegno a trasformare un desiderio coltivato da tempo in un progetto concreto.
Un gesto di cura, collettivo e tangibile, verso una delle espressioni più sentite della devozione popolare trapanese.