La guerra Israele-Hamas e la situazione internazionale per la crisi in Medio Oriente al centro dell’intervista al vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli.
È possibile intravedere in questa guerra un’ideologia religiosa o è una guerra dettata meramente da un motivo geopolitico?
A me sembra che le questioni sono in sostanza geopolitiche, ma con un uso ambiguo delle motivazioni religiose. Lo slogan “due popoli due stati” viene usato a volte per il diritto dei palestinesi, a volte per i diritti degli israeliani. La diplomazia, sin dal secondo dopoguerra mondiale, non si è rivelata capace di prevenire con lungimiranza i nodi reali della convivenza, quelli iniziali e quelli generati nel tempo, alimentando così situazioni scivolose. C’è chi parla di bomba a orologeria, ancora più difficile da disinnescare in epoca di verità e fakenews. La dimensione religiosa va riscoperta e riproposta nella sua qualità universale e locale.
La pace si fa con il nemico. Ma chi è il vero nemico nel conflitto Israele/Palestina?
La cultura dell’inimicizia radicale ha contagiato tutti e due i popoli, creando una spirale che mina e distrugge entrambe le parti in conflitto. Bisogna risalire all’origine storica con un arbitrato internazionale lungimirante, capace di proporre autorevolmente il messaggio di Papa Francesco sull’amicizia sociale e la fraternità universale.
Cosa può fare la Chiesa Cattolica per contrastare la guerra tra Israele e Palestina e favorire il dialogo?
La Chiesa Cattolica, piccola realtà sociale in quelle terre, è sempre più ostacolata circa la possibilità di presenza. Però dal punto di vista morale e spirituale, ha una grande forza attinta dalla feconda radice storico-religiosa (basti pensare all’opera dei figli di San Francesco) e dalla vocazione universale volta alla riconciliazione tra tutti i popoli. Anche la recente scelta di Papa Francesco di creare cardinale il patriarca Pizzaballa conferma la volontà di aiutare quei popoli a stringersi la mano.
La tessitura delle relazioni dirette, volte a scoraggiare la le rispettive arroganze, potrà ispirare un futuro di pacifica convivenza. Alimentato dalla preghiera fiduciosa e costante.