Nell’Italia dei paradossi e delle contraddizioni, di cui non è esente nemmeno il sistema giuridico, accade anche che un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia, ad oggi può vedere i figli minorenni soltanto in modalità protetta, anche se la denuncia della moglie contro di lui è archiviata per infondatezza.
Il caso arriva da Trapani. Protagonista, ovvero vittima, un dipendente di un negozio di casalinghi e per la cura e l’igiene della persona. La moglie lo aveva denunciato per comportamenti vessatori conditi da insulti e minacce.
Ma è stato lo stesso Pm a chiedere l’archiviazione dopo aver ascoltato le sorelle della presunta vittima che l’hanno smentita dipingendo un quadro ben diverso da quello realizzato dalla donna.
Il Gip Giancarlo Caruso, però, in un primo momento, non ha accolto la richiesta del pubblico ministero, fissando l’udienza alla quale l’operaio si è presentato con gli avvocati Josemaria Ingrassia e Paolo Crapanzano.
Nel corso dell’udienza è venuto fuori che la denunciante si era inventata tutto. Anzi, era il marito a subire maltrattamenti come emerso dalle risultanze investigative.
Archiviato, pertanto, il caso. Nel frattempo, la donna, graziata dal marito che avrebbe potuto denunciarla per calunnia, si era trasferita con i figli nel Modenese, trovando lavoro come addetta alle pulizie ma anche sostegno nella locale congregazione dei testimoni di Geova di cui era entrata a fare parte quando viveva ancora, a Trapani, con il marito.
Quest’ultimo, pur continuando a professare la propria fede, aveva accettato la scelta fatta dalla moglie di sposare una nuova religione.
Ad oggi i figli dell’operaio vivono lontano da Trapani e lui può vederli solo in videoconferenza, ovvero in luoghi protetti perché le misure restrittive adottate dal tribunale civile non sono state revocate.
E qui si prospetta ora una nuova battaglia legale anche perché la donna ha avanzato richiesta la separazione giudiziale con addebito, chiedendo l’affidamento dei figli.