“Sì, sono Messina Denaro”: il boss, accerchiato, non ha opposto resistenza. Ha capito che la sua lunga latitanza, andata avanti per 30 anni, era finita. Non era da solo, Matteo Messina Denaro. Assieme a lui c’era Giovanni Luppino di Campobello di Mazara che lo avrebbe accompagnato nella struttura sanitaria. E’ stato arrestato per favoreggiamento.
Blitz fulmineo. Avuta la certezza che fosse lui, i carabinieri sono entrati in azione, piombandogli addosso. Dopo la cattura il latitante è stato trasferito in una località segreta.“E la fine di un incubo e l’inizio di un’era nuova che coinvolge l’intera citta’”, ha detto il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. “E’ la vittoria dello Stato, del diritto – ha aggiunto il primo cittadino – non se ne poteva più di associare la città a questo latitante che è nato qui. E’ un momento di grande vittoria e dobbiamo festeggiare perche’ oggi si segna una data storica per la nostra citta’”. Per Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale antimafia siciliana “ora bisogna colpire la rete di coloro che hanno protetto la sua lunga latitanza”.