Intercettazioni, uno scandalo nazionale

La scorsa settimana la Procura di Trapani sul banco degli imputati per l'inchiesta sulle ONG. Il commento del Presidente di Telesud Massimo Marino.

Lo scorso fine settimana, RaiNews24, The Guardian e Domani hanno accesso “i riflettori” sullo scandalo intercettazioni delle ONG alla Procura di Trapani. In particolare, quelle che hanno visto protagonisti avvocati, giornalisti, sacerdoti e perfino uomini delle istituzioni ad altissimo livello, quasi tutti non indagati. Durante “lo Spotlight” sono stati ascoltati anche l’ex Ministro di Giustizia Giovanni Maria Flick ed Armando Spataro, autorevolissimo Procuratore in quel di Torino e Milano prima della pensione. “L’intercettazione dell’avvocato mentre parla col proprio assistito non è legittima e deve essere distrutta…, si tratta di capire se ci sono state delle violazioni che configurino solo degli illeciti disciplinari piuttosto dei veri e propri reati”, afferma senza mezzi termini Flick. Spataro, invece, si concentra sull’attività di PG che catalogava le intercettazioni in importante, molto importante e così via. L’ex Procuratore è nettissimo: “io personalmente avrei restituito l’informativa chiedendo di redigerla per come è normale che sia”, senza valutazioni soggettive. Ad ogni modo, apriti cielo da parte della stampa (nazionale…, quella locale, diligentemente, è restata in ossequioso silenzio per non disturbare il manovratore); per larga parte, la stessa che quando non si tratta di giornalisti non fa scrupoli nello “sbattere il mostro in prima pagina”. Superfluo sottolineare che spesso si tratta di agnellini al macello per fughe di notizie degli stessi investigatori. Nelle carte c’è di tutto; fra queste Don Mussie Zerai, sacerdote “riferimento dei disperati in balia delle onde del mediterraneo” (attività che, addirittura, gli è valsa la candidatura al Premio Nobel nel 2015!) lungamente intercettato, per un breve periodo da indagato, mentre parla col proprio legale piuttosto che col Prefetto Morcone, braccio destro dell’allora Ministro dell’Interno, o con il Senatore Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani, nel pieno delle sue funzioni e quindi notoriamente non intercettabile, direttamente o indirettamente che fosse. Lo stesso avvocato di Zelai, Salerni, ha rimarcato “l’ampiezza senza limiti” dell’attività d’intercettazione dei PM “che non si fermava di fronte a niente”. Così come per la giornalista Nancy Porzia, ascoltata per mesi senza MAI essere indagata, ed il suo legale Alessandra Ballerini. A disporre quasi tutte le intercettazioni “incriminate” è stato il sostituto Andrea Tarondo, spesso “con decreto d’urgenza” quindi senza l’autorizzazione preventiva del Gip, uno dei principali titolari dell’inchiesta e notoriamente dominus, dal punto di vista dell’autorevolezza e dell’immagine, di quell’ufficio. Un PM non nuovo a disinvolture investigative. È il caso di ricordare, per continenza giornalistica, anche quelle disposte nei confronti dell’avvocato Nino Marino in una indagine tanto strampalata che non poteva che finire con due archiviazioni volute dalla stessa Procura – ovviamente non da lui uscito dal procedimento per incompatibilità… – e da una assoluzione con tanto di richiesta dello stesso PM in aula, Belvisi, “per l’assoluto deserto probatorio”…,si suppone dei colleghi titolari originari dell’inchiesta. Nel processo i Giudici annullarono tutte le intercettazioni disposte da Tarondo, Sara Morri (anche lei co-titolare del procedimento sulle ONG) e Marco Verzera con la seguente motivazione: “…non può sottacersi che il decreto autorizzativo, con riguardo alle specifiche ipotesi delittuose, non abbia indicato alcun elemento rappresentativo della commissione di alcun reato…, per tali ragioni determina l’inutilizzabilità.” Tradotto: non poteva essere intercettato. Insomma, nulla di strano per quelle delle ONG a queste latitudini. Tutto ciò è inaccettabile; intollerabile per chi amministra la giustizia. Chi ci segue sa perfettamente che Telesud conduce questa battaglia di civiltà, da anni, in totale solitudine. Personalmente ho messo in conto da tempo cosa può costarmi in termini “di privacy”. Solo uno sprovveduto o in malafede può pensare che non abbia ripercussioni. Anche stavolta resterò solo nell’assordante silenzio del territorio nonostante i complimenti di circostanza dai tanti che mi incroceranno piuttosto che continuare a leggere ridicoli libelli dove “imprenditori coraggiosi” si fanno le domande e si rispondono da soli sul nulla. Un silenzio che coinvolge anche la magistratura locale – ad iniziare da coloro che convalidano tali intercettazione piuttosto di chi è tenuto a dirigere e controllarne il lavoro, ovvero i vari Procuratori Capo-, nella stragrande maggioranza seria, laboriosa ed onesta intellettualmente che, tuttavia, non riesce ad arginare questa vergognosa anarchia giustizialista, camuffata da pseudo-giustizia, finendo – tanto ingenerosamente quanto inevitabilmente – nell’equazione tutta l’erba un fascio. Ma “il Sistema”, si sa, è questo. Palamara dixit. 

Massimo Marino
Presidente di Telesud