Il “Libro di Pietra” e la storia del Castello della Colombaia di Trapani

L'approfondimento sul monumento simbolo di Trapani e del suo legame con il mare.

di Mario Torrente

Mentre è in corso l’iter per il restauro della Colombaia, in queste settimane è uscito il libro dell’architetto Giovanni Vultaggio dove sono stati pubblicati anni di studi e ricerche sull’antico Castello di mare di Trapani, simbolo della città e del suo legame con il mare.

La lettura del libro apre sicuramente nuove prospettive, anche nella semplice osservazione della Colombaia, oltre che per quel che riguarda le attività di studio e ricerca. Il volume, da titolo “Il Castello della Colombaia di Trapani, storia, evoluzione e confronti di un libro di pietra” rappresenta un importante contributo per saperne di più su quello che rappresenta un monumento molto antico, che racconta secoli di storia in un contesto mediterraneo. E che da decenni attende di essere recuperato e valorizzato

Nella pubblicazione vengono raccontate le diverse fasi e le tecniche costruttive di tutte le strutture che compongono il Castello di mare, a partire dalle due torri. Si, perchè le torri sono due: quella ottagonale, alta 32 metri, probabilmente realizzata attorno al 1300, e la torre orientale che originariamente, con buona probabilità, doveva essere esagonale e staccata dal complesso. Successivamente venne inglobata nella fortezza, perdendo il suo aspetto di torre.

Il libro dell’architetto Vultaggio è uscito mentre è in corso l’iter per la definizione della progettazione definitiva per il restauro del Castello di mare di Trapani. Un sito che sicuramente meriterebbe di essere studiato ed indagato dal punto di vista archeologico anche in vista della sua futura destinazione d’uso.

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Oltre all’analisi dei materiali ed allo studio dei contesti storici che si sono susseguiti nei secoli, Giovanni Vultaggio accompagna i lettori in un viaggio alla scoperta delle torri albarrane spagnole, veri e propri punti di vedetta separate dalla cinta muraria della città o dai castelli, per arrivare a Pisa alla Torre del Magnale, molto simile alla Colombaia di Trapani e con la stessa altezza e proporzioni.

Ma se il mastio ottagonale risale al Medioevo, decisamente più antica appare, anche attraverso l’analisi stratigrafica-muraria, la torre orientale, alta 21 metri che venne successivamente modificata e inglobata nella cinta ellittica medievale e poi nel bastione del Seicento. Molto interessante, inoltre, è la descrizione delle “torri del vento” , la distribuzione delle finestre nei vari lati e tante altre curiosità che rimandano a ciò che la Colombaia è stata nei secoli.

Ma c’è tanto altro da scoprire sul monumento più antico di Trapani, sicuramente il simbolo della città, del legame con il mare e di una storia ultra-millenaria che è passata dai 5 ettari racchiusi nei 1600 metri di perimetro dell’isolotto “peliades”, della colomba selvatica. Un sito sicuramente che meriterebbe di essere studiato ed indagato dal punto di vista archeologico. Ed libro di Giovanni Vultaggio rappresenta un importante contributo di conoscenza sulla Colombaia, dove resta in ballo il progetto per il restauro dell’antichissimo Castello.

La Colombaia rientra infatti tra i progetti strategici del Piano per i grandi attrattori culturali inserito nel Pnrr. Il finanziamento ammonta a 27 milioni di euro ed il soggetto attuatore è la Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani. In base al cronoprogramma, a suo tempo prospettato, i lavori si dovrebbero concludere entro il 2026. Tra due anni, quindi, l’antichissimo Castello di mare, simbolo di Trapani, dovrebbe dunque essere pronto e completamente rimesso a nuovo. Il condizionale, però, resta d’obbligo, visto che si stanno registrando dei ritardi sulla tabella di marcia prospettata lo scorso anno.

Ieri dall’Ars è infatti arrivata la notizia dello slittamento dell’avvio dei lavori di restauro a settembre. Lo ha fatto sapere la deputata trapanese Cristina Ciminnisi che nelle scorse settimane aveva chiesto la convocazione di un’audizione in Commissione Ue a cui ha partecipato la soprintendente ai Beni Culturali di Trapani, Girolama Fontana. Inizialmente, secondo quanto prospettato lo scorso ottobre dal Dipartimento regionale dei beni culturali, l’inizio dei lavori di restauro della Colombaia era previsto per il primo trimestre di quest’anno. Ma il cantiere non è ancora partito.

Tutto rinviato a fine estate-inizio autunno quindi. Secondo quanto fatto sapere dalla Ciminnisi, il progetto esecutivo non andrà in Commissione lavori pubblici prima di giugno. E nel corso dell’audizione, è emerso «che manca ancora una visione su ciò che si intende realizzare nella nostra Colombaia dopo il restauro», ha sottolineato la parlamentare regionale.

Al momento non si sa dunque quale sarà la futura destinazione della Colombaia. Magari, è solo un auspicio visto che ancora non ci sono notizie ufficiali, questo monumento, una volta restaurato, potrebbe anche raccontare la sua ultra-millenaria storia, da un lato guardando verso Trapani, dall’altro in direzione del mar Mediterraneo. Una storia che è custodita nelle sue possenti mura, così come nelle due torri, nelle fortificazioni e probabilmente qualche metro sotto terra. Chissà quanti segreti e “tesori” ci sono ancora da scoprire.

Giovanni Vultaggio, nel suo libro, ha quasi tracciato una mappa che, se letta con attenzione, potrebbe davvero aprire nuove prospettive in chiave culturale e archeologica per preservare e meglio valorizzare la Colombaia, facendola rinascere finalmente a nuova vita dopo anni di abbandono. Nonostante ciò che da sempre rappresenta per la città: il suo castello di mare ed il punto di vedetta proiettato verso il Mediterraneo. La storia di Trapani da sempre passa da qui. E qui resterà custodita per sempre.