Il fuoco come vendetta. Voleva uccidere la sua ex e così ha incendiato l’appartamento della donna che si è salvata per una pura casualità. Quella notte lei non era in casa. Era rimasta a dormine dal suo ex marito. L’incendiario che aveva studiato il piano nei minimi particolari non poteva saperlo. Lui era convinto che la vittima fosse in casa ed ha appiccato il fuoco. La polizia lo ha arrestato.
L’episodio è avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 aprile a Mazara del Vallo. Il responsabile è un uomo del posto, arrestato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio e incendio doloso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe agito con la convinzione che la donna si trovasse in casa. Ma non era così. Stanca per un viaggio appena concluso, lei aveva deciso all’ultimo momento di dormire altrove, a casa dell’ex marito, insieme al figlio. Un cambio di programma che le ha salvato la vita.
Un incendio che doveva sembrare un incidente L’intervento dei Vigili del Fuoco è stato rapido. Quando le fiamme hanno cominciato a divorare l’ingresso e parte del soggiorno, nessuno era all’interno dell’appartamento. Il rogo è stato spento in pochi minuti. A prima vista sembrava un corto circuito, forse un elettrodomestico lasciato acceso. Nulla che facesse pensare a una vendetta. Il giorno dopo, a seguito di ulteriori accertamenti, la scoperta.
“È stato lui”: il racconto della vittima. La proprietaria dell’appartamento, avvisata da una vicina, si è recata al Commissariato per raccontare ciò che aveva trovato in casa: un’ascia, una scarpa bruciacchiata da uomo, una bottiglietta deformata dal calore. Ma soprattutto, un sospetto chiaro: “È stato il mio ex”. Avevano chiuso la relazione da pochi giorni. Un distacco che lui non aveva accettato. Sapeva che lei sarebbe rientrata il 23 aprile, e – secondo la sua ricostruzione – avrebbe scelto di agire proprio quella notte, sperando di trovarla in casa. Il fatto che lei non ci fosse ha trasformato quello che poteva diventare un femminicidio in un tentato omicidio.
Le telecamere raccontano il resto. Gli agenti del Commissariato di Mazara del Vallo, coordinati dalla Procura di Marsala, hanno dato immediato avvio alle indagini. La Scientifica ha effettuato rilievi nell’abitazione, mentre la sezione investigativa ha analizzato le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Fotogramma dopo fotogramma, è emerso un percorso preciso. L’uomo si è mosso con attenzione, ha cambiato abiti lungo il tragitto per non essere riconosciuto, ha tenuto il cappuccio abbassato sul volto, camminando con la testa china davanti alle telecamere. Ogni gesto studiato, ogni passo programmato per non lasciare tracce. Una strategia, secondo gli investigatori, che conferma la premeditazione. Il 28 aprile è scattato l’arresto: l’uomo è stato rinchiuso in carcere in attesa dell’evoluzione del procedimento. Le indagini proseguono.