Le prime immagini del relitto della nave oneraria di Marausa

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Ritrovata nel mare di Marausa il relitto di una nave oneraria, ovvero addetta ai trasporti commerciali. La Soprintendenza del Mare ha già fatto un primo sopralluogo documentando il relitto della nave. Il gruppo di intervento è stato coordinato dal responsabile del gruppo subacqueo della Soprintendenza del mare Stefano Vinciguerra e da alcuni esperti collaboratori che sono stati assistiti da una unità della Capitaneria di Porto di Trapani. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla segnalazione di un relitto con anfore da parte di Francesco Brascia, che durante una immersione ha fatto questa scoperta.

L’immersione  si è svolta a circa 60 metri dalla costa, dove è risultata subito visibile una porzione di circa dieci metri di un relitto sostenuto da un costone di sabbia, posizionato parallelamente alla costa. Proprio tra la sabbia sono stati individuati innumerevoli frammenti  di anfore. La Soprintendenza del mare ha già prelevato tre reperti per le necessarie indagini diagnostiche: di questi uno presenta sull’orlo un’iscrizione, l’altro sotto il collo porta incise due lettere A e F e il terzo è una porzione di anfora contrassegnata da un’incisione che ricorda una torre. Il gruppo operativo ha effettuato la geolocalizzazione con il sistema GPS e realizzato la necessaria documentazione video-fotografica. È stata già segnalata alla Capitaneria di Porto la necessità di interdire l’area che verrà delimitata dalla Soprintendenza del mare a seguito di ulteriori indagini, al fine di mettere un vincolo.

Si tratta dunque di una importantissima scoperta che conferma Marausa un’area interessante per l’archeologia subacquea”. I reperti prelevati dalla nave di Marausa, orli di anfora africana, sono attestabili alla tarda età imperiale. A questo punto, come fatto sapere dalla Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni, proseguiranno le ricerche del relitto di cui si vede parte del fasciame e alcune ordinate, oltre numerosi frammenti di anfora. Le anfore, ha ricordato la Li Vigny, venivano utilizzate per il trasporto di derrate alimentari; ciò confermerebbe la presenza di un emporium, come aveva già ipotizzato Sebastiano Tusa al momento della scoperta del primo relitto di Marausa, recuperato a 500 metri di distanza ed oggi esposto al Baglio Anselmi di Marsala”.

Sul ritrovamento è intervenuto anche l’assessore ai beni culturali Alberto Samonà, che ha evidenziato come Marausa si confermi un’importante luogo di approdo, assicurando l’impegno dell’assessorato per approfondire le indagini su uno specchio d’acqua che ha già restituito una delle più interessanti navi onerarie romane di età tardo antica.  Questo secondo rinvenimento rafforza dunque la teoria dell’esistenza nell’area di un emporium. A riguardo l’assessore Samonà si è detto certo che le indagini che la Soprintendenza del mare avvierà confermeranno questa ipotesi che, rafforzata da questo secondo rinvenimento, stimola a proseguire  nell’attività di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio sommerso. 

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