Teatro quasi pieno e complessivamente buona performance della compagnia. È questa la notizia di oggi. Il Luglio Musicale è vivo. E, con buona pace dei detrattori che preferirebbero saperlo chiuso, ieri ha riunito circa 700 spettatori che hanno applaudito ad ogni emozione, fuori dalle regole e dalle sovrastrutture tipiche dell’opera. Anche questa considerazione va ascritta tra le note positive della serata di ieri. Il pubblico presente non era il pubblico che da decenni segue il Luglio Musicale. Quello trapanese è storicamente uno spettatore preparato e mai si lascerebbe andare ad applausi a scena aperta nel corso dell’opera. Ma soltanto alla fine di ogni atto. Ieri, invece, la platea non ha perso occasione per sottolineare ogni frangente emozionante, ogni passaggio cloù della storia. Per inciso riteniamo ovviamente positivo il ricambio generazionale del pubblico. Il nostro teatro, ed il teatro dell’opera più in generale, ne avrebbe veramente bisogno. E veniamo allo spettacolo. Quella di ieri è stata una Tosca conciliante. Che ci fa fare pace con il genere. Concepita nel solco della tradizione ed arricchita da elementi di scena preziosi, la performance ha degnamente raccontato l’affascinante storia di Floria Tosca e Mario Cavaradossi. Un racconto che si intreccia con la storia d’Italia e con il nostro Risorgimento. Ed è stata molto buona la performance di Massimo Cavalletti – Scarpia che, forte di un evidente fisique du rule e di una voce molto strutturata, ha saputo dar personalità al personaggio. Buona anche la prestazione di Chiara Isotton nei panni di Floria Tosca, che armata di una voce compatta e priva di sbavature, ha dato vita ad un personaggio credibile e un po’ meno sprovveduto di come ce lo raccontano da sempre. Meno convincente, forse, il lavoro di Denys Pivnitskyi – Cavaradossi che ha probabilmente pagato lo scotto di un ruolo per lui nuovo e abbastanza ostico, ma siamo certi che il buon Mario saprà crescere nella parte. Insomma è stata una serata gradevole, di buon teatro d’opera, con l’esedra della villa Margherita che è tornata protagonista di quella che tutto il mondo ci riconosce essere il più importante dei brand italiani. L’opera. Con buona pace di chi aveva già preso ad intonarne il requiem. E domani, domenica, si replica.