Anche il presidente della regione Sicilia, Renato Schifani, interviene su quanto sta accadendo a Catania.
La città metropolitana, infatti, si è resa protagonista dell’ennesima attività eruttiva dell’Etna nella giornata di ieri. Di conseguenza, è tantissima la cenere vulcanica in atmosfera. Tanto che il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha ritenuto necessario vietare la circolazione dei mezzi a 2 ruote per le prossime 48 ore.
Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, invece, ha inoltrato una nota.
«Un Ferragosto rovinato dagli effetti dannosi della cenere vulcanica proveniente dall’Etna – ha detto Galvano -. Un problema forse sottovalutato in altre zone dell’Isola, ma che provoca problemi gravissimi ai cittadini e alle amministrazioni.
Per questo motivo, dopo avere sentito il sindaco Enrico Trantino, mi sono fatto carico di portare la questione all’attenzione del presidente della Regione.
Auspico che, nella prima manovra di assestamento del bilancio regionale, si trovino i fondi necessari per fornire un aiuto concreto ai sindaci e a tutti quei siciliani costretti ad affrontare i disagi piccoli ed enormi provocati dalla cenere».
E così il presidente della Regione, Renato Schifani ha subito risposto.
Di seguito la nota:
╦Ho assicurato al presidente dell’Ars Galvagno, che mi ha segnalato i problemi causati della cenere dell’Etna, la disponibilità del governo regionale ad affrontare la tematica, nei modi e tempi opportuni, dopo una verifica del percorso giuridico-amministrativo percorribile.
Nel frattempo, per non lasciare nulla di intentato, visto che il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, mi ha già relazionato proponendo lo stato di emergenza, avanzerò formale richiesta alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento nazionale della Protezione civile.
Speriamo possa essere accolta quanto prima, visto che si tratta già del quinto episodio di emissione di cenere in brevissimo tempo.
Cocina mi ha informato che dal febbraio 2021 al febbraio 2022 ce ne furono oltre 50. La richiesta di stato di emergenza, però, non venne accolta. Ma si ottennero 5 milioni di euro a seguito della dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale».