Tutto il contrario di quello che ci si attenderebbe e che la fantasia delle fiction rende verosimile: la via di fuga. Invece l’abitazione di via San Vito, già via Via Cb 31, l’ultimo rifugio conosciuto di Matteo Messina Denaro è in una strada senza uscita. Ma per un uomo che è riuscito a rimanere latitante a due passi casa per trent’anni una via di fuga rappresentava probabilmente l’ultimo dei problemi. La casa si trova nel centro di Campobello di Mazara, in un dedalo di viuzze, in una zona tuttavia appartata, ma a pochi chilometri da Castelvetrano, il paese della famiglia Messina Denaro. Una palazzina a due piani, intestata all’alias Andrea Bonafede, dove sembra che il boss fosse l’unico abitante.

Gli investigatori, presente il magistrato Paolo Guido che per anni ha indagato sulla latitanza del boss mafioso, hanno trovato una casa non lussuosa ma ben arredata e negli armadi abiti di lusso e profumi ricercati, dettagli che coincidono con il quadro del personaggio che in gioventù fu anche considerato un viveur, e con il possesso di un orologio da 35mila euro che il latitante portava al polso al momento dell’arresto a Palermo presso la clinica Maddalena. Dalle indiscrezioni che emergono, poche, si sa che non sono state trovate armi, e del resto nessun boss mafioso è stato mai catturato in possesso di armi. La perquisizione è andata avanti per tutta la notte e in mattinata sono giunti anche i carabinieri del Reparto di Investigazioni Scientifiche di Messina per individuare eventuali reperti biologici che possano dare indicazione su altri possibili fiancheggiatori.

Un covo di posizione strategica, a meno di 13 chilometri da Castelvetrano e a 90 chilometri da Palermo. In una paese, Campobello di Mazara, dove operavano alcuni dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro a cominciare da Francesco Luppino, arrestato a settembre dello scorso anno dagli uomini del Reparto operativo di Trapani. Di Campobello è anche l’autista personale del boss, Giovanni Luppino, un insospettabile agricoltore incensurato, finito anche lui in manette.

Di Campobello è anche Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro. È indagato nell’ambito dell’arresto del super latitante. Tumbarello per decenni è stato medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Fino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell’assistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l’ex studio del medico che è stato anche interrogato.

Tutte circostanze che confermano come il potere dei boss mafiosi si consolida e si sviluppa solo con la loro presenza costante, anche da latitanti, sul territorio. Matteo Messina Denaro oggi si trova rinchiuso nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila dove c’è anche un polo oncologico presso il quale possa proseguire le sue cure.