«Così si ferma tutto prima ancora di cominciare». È netto Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, la società in predicato di realizzare il Med Wind, il più grande parco eolico offshore del Mediterraneo al largo delle coste di Trapani.
Il decreto, pensato per sostenere le tecnologie innovative, non include misure efficaci per l’eolico galleggiante, che rappresenta il vero potenziale di sviluppo per l’Isola, come rimarcato a più riprese anche dal direttore generale del Dipartimento energia della Regione, Calogero Burgio.
«Prevedere un contingente di soli 3,8 GW fino al 2028 è irrealistico – ha detto Toto – serve un obiettivo di almeno 15 GW al 2040, con una tappa intermedia di 8-10 GW già nel 2030».
Secondo l’Ad di Renexia, solo così si potrà avviare una filiera industriale vera, con ricadute concrete in termini di occupazione, investimenti e sicurezza energetica.
Tra le criticità del FER2, la connessione alla rete elettrica, attualmente prevista solo dal 2031 e che nei piani della Toto sarebbe dovuta avvenire invece già nel 2027. Un orizzonte troppo lontano, che secondo l’azienda preclude ogni opportunità.
Il progetto Med Wind – impianto offshore galleggiante a oltre 40 km dalle Egadi – è uno dei simboli di questa sfida. Renexia continua a confrontarsi con Regione Siciliana, enti locali e sindacati per difendere un’occasione che rischia di svanire.
Sul tema dell’eolico adesso avranno voce in capitolo anche le regioni. Il provvedimento è stato inserito al Senato all’interno del decreto di conversione del “decreto bollette” (DL 19/2025) dello scorso aprile e grazie alla Regione, che ha impugnato il precedente decreto legislativo davanti la Corte Costituzionale.