Quello che doveva essere un tranquillo viaggio d’affari in Marocco si è trasformato in un incubo per due imprenditori del settore lapideo, marito e moglie, entrambi originari di Trapani. Derubati e lasciati senza assistenza in un Paese straniero, la coppia riferisce di essere stata completamente abbandonata dallo Stato italiano. Protagonisti della vicenda, Francesco Leggio di 56 anni e Vita Lombardo di 54.
“L’incubo è iniziato all’uscita di un bar a Casablanca”, racconta l’imprenditore. “Ero con mia moglie e un cliente quando siamo stati brutalmente aggrediti mentre ci stavamo dirigendo verso l’auto”.
Un uomo a bordo di scooter si è avvicinato alla donna, l’ha afferrata con forza per strapparle la borsa e l’ha scaraventata a terra con violenza. Anche il cliente dell’imprenditore è stato coinvolto nella colluttazione, cadendo e riportando una lesione al menisco. Vita Lombardo, invece, ha riportato contusioni ed escoriazioni alle spalle.
Dopo essere stati medicati e aver sporto denuncia alla Gendarmerie Royale, i due si sono rivolti disperati al Consolato italiano: erano rimasti senza soldi, senza carte di credito e senza documenti, entrambi contenuti nella borsa sottratta. Proprio quella sera avevano un volo previsto per il rientro in Italia.
Ma al Consolato, secondo il racconto di Francesco Leggio, sarebbe iniziato “il teatro dell’assurdo”: “Un funzionario ci ha detto che loro si occupano solo di emergenze, come se restare senza documenti e denaro in un Paese straniero non lo fosse già abbastanza”, denuncia.
Non solo: “Ci è stato detto che, se non avevamo nessuno che potesse inviarci del denaro, lo Stato – solo dopo una verifica – avrebbe potuto concederci un prestito… ma ci sarebbero voluti circa quindici, venti giorni”.
Senza l’aiuto di alcuni amici residenti in Marocco, la coppia sarebbe rimasta per strada. “Siamo stati abbandonati al nostro destino”, sottolinea amareggiato l’imprenditore.
Soltanto quattro giorni dopo l’aggressione, marito e moglie sono riusciti a rientrare in Italia. “Voglio ringraziare – conclude Francesco Leggio – in particolare due amici che ci hanno aiutato: Charky Tebbai e Fouad Chaouchci”.